Claude Bellegarde

Claude Bellegarde nasce a Parigi nel 1927. Alla fine della seconda guerra mondiale conosce il filosofo e scrittore Lanza del Vasto, discepolo di Gandhi, della cui comunità entra a far parte. Da allora in poi, l'esperienza artistica di Claude Bellegarde non è disgiunta da un'esperienza spirituale. In questa comunità ha imparato a conoscere la scultura. Malato, si recò in sanatorio nel 1951, periodo che inaugurò un tempo meditativo segnato dal monocromo bianco, chiamato anche acromatismo, un approccio che testimonia una rinascita attraverso la pittura. Lavora con il pennello, il coltello, un pennello talvolta arricchito con carte stropicciate e incollate, anticipando gli esperimenti minimalisti occidentali della fine degli anni Cinquanta, quelli di Klein e Manzoni in particolare. Il colore riappare nel suo lavoro dopo un viaggio in Marocco. L'artista invoca quindi un simbolismo dei colori che siano rivelazione dell'essere. La sua ricerca filosofica sul colore continuò negli anni successivi. L'artista ne esplora il significato, la percezione e persino il potere. Il critico d'arte Pierre Restany parla così di Claude Bellegarde come “uno degli ultimi grandi coloristi nel senso veramente filosofico della parola e dell'espressione”. Le opere di Claude Bellegarde fanno parte, tra gli altri, delle collezioni del Guggenheim di New York, del Centre Georges-Pompidou e della Tate Gallery di Londra. Nel 1971, la sua opera è stata oggetto di una retrospettiva al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris.