Victor Vasarely

Victor Vasarely, pittore franco-ungherese, è considerato uno dei pionieri dell'arte astratta geometrica. Il suo impatto continua in musei di importanza internazionale, tra cui i musei Vasarely a Pécs, in Ungheria, e il Palazzo Zichy a Budapest, che ospitano più di 400 opere. Vasarely ricevette importanti riconoscimenti, tra cui la Legion d'Onore francese, il Premio Guggenheim e la Medaglia d'Oro della Triennale di Milano. Tra le esposizioni recenti troviamo: "Victor Vasarely in the Echo" al MGLC, Ljubljana, e "L'art du multiple" alla Fondation Vasarely, entrambe nel 2024.

Nato a Pécs, in Ungheria, Vasarely inizialmente studiò medicina all'Università di Budapest, ma nel 1927 decise di abbandonare la medicina e dedicarsi alla pittura. Studiò all'Accademia Pololini-Volkmann e frequentò lo studio di Sándor Bortnyik, fortemente influenzato dalla scuola Bauhaus di Budapest. Nel 1930 si trasferì a Parigi, dove sarebbe diventato una figura centrale nell'arte moderna.

Nei primi anni della sua carriera, Vasarely si dedicò alla grafica e alla pubblicità, lavorando per agenzie prestigiose come Havas, Draeger e Devambez tra il 1930 e il 1935. La sua prima esposizione nel 1944 alla Galleria Denise René segnò una tappa fondamentale della sua carriera e consolidò il suo stile unico, basato sulla "percezione del colore e della superficie".

Negli anni '30, il lavoro di Vasarely combinava forme organiche e motivi geometrici, facendosi conoscere per i suoi poster e progetti grafici innovativi. La sua serie di ritratti Seven Years of Misfortune (1946) riflette la sua ricerca post-cubista. Influenzato dalla dinamica delle moderne città, Vasarely mirava a democratizzare l'arte, creando opere accessibili, coinvolgenti e che superavano i confini tradizionali dell'oggetto artistico. Il suo arrivo a Parigi all'inizio degli anni '30 segnò l'inizio della sua esplorazione dell'astrazione geometrica.

Le opere di Vasarely si distinguono per l'uso minimale di forme e colori, esplorando figure geometriche e illusioni ottiche. La sua ricerca sulla relazione tra colore, superficie e percezione divenne la base del suo stile iconico. I ricavi dalla vendita delle sue "indagini", come lui le chiamava, furono utilizzati per finanziare la Fondation Vasarely ad Aix-en-Provence, in Francia, con l'obiettivo di integrare la bellezza estetica in tutti gli ambiti dell'ambiente urbano.

Le sue opere hanno avuto un impatto duraturo nel mondo dell'arte, soprattutto nel campo dell'arte ottica (Op Art), ed sono state esposte in importanti musei a livello mondiale. Nel 1970, aprì il suo primo museo dedicato a Gordes, in Francia, con oltre 500 opere. Sebbene il museo abbia chiuso nel 1996, nel 1976 fu fondata la Fondation Vasarely ad Aix-en-Provence, inaugurata dal presidente francese Georges Pompidou. La fondazione resta una testimonianza della sua visione, sebbene affronti delle difficoltà, tra cui i danni ad alcune opere causati dall'umidità.

L'arte di Vasarely raggiunse nuove vette negli anni '70, con opere come Georges Pompidou, un oggetto cinetico installato al Centre Pompidou di Parigi. Nel 1982, ha contribuito in modo rivoluzionario alla ricerca spaziale quando 154 delle sue serigrafie furono portate nello spazio dal cosmonauta Jean-Loup Chrétien a bordo della navetta franco-sovietica Salyut 7, e successivamente vendute a beneficio dell'UNESCO.

Victor Vasarely morì il 15 marzo 1997 a Parigi, ma il suo lascito come padre dell'arte ottica continua a influenzare generazioni di artisti e rimane un punto di riferimento nell'arte moderna e contemporanea.