ARySQUE ha imparato a dipingere da bambina con una scatola di lucido da scarpe e un tubetto di rossetto, su assi di legno o ciottoli. Da allora ha dipinto con tutto. Disegna con inchiostro, matita, pipetta o pennarello, su carta o sul suo Ipad®. Attorciglia fili, stuzzica il topo, impasta il fango. Lavora sulle sue tele dal fronte e dal retro, divide le sue carte, colle, strappi, strappi, tracce, ecc. Ma questo non gli basta: deve anche scrivere. Scrivi ancora e ancora. Scrivere, sempre, per il contenuto così come per la forma, quella del verbo e quella della lettera. Dopo diversi anni di creazione di opere poetico-filosofiche sotto il suo vero nome, diventa ARySQUE nel 2012 e inizia a commentare l'attualità sul suo blog, in disegni, rubriche e piccoli settimanali online. Nel 2014 l'attualità passa in secondo piano rispetto al suo lavoro e ARySQUE ritorna su temi meno concreti, fortemente ispirati ai suoi studi di filosofia e al suo spiccato gusto per la poesia. Umanista vigile, si concentra sulla religione, l'ambiente, il tempo, la sindrome della ripetizione e alcune importanti questioni sociali. Tra questi, il difficile adattamento dell’uomo alle sue tecniche, la gestione dei flussi migratori e delle informazioni e, più in generale, la questione della condivisione del pianeta, sono al centro del suo lavoro. A volte, però, ARySQUE ha ancora bisogno di respirare, per questo parla di amore, venti e pollini, di stagioni che rifioriscono e di storie senza tempo. Molto spesso tutto finisce con i libri. ARySQUE lavora anche con il pubblico dei bambini per creare opere collaborative.
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