

Biografia
Omar El Nagdi è nato al Cairo nel 1931. Il piccolo Omar proveniva da una famiglia borghese-contadina del governatorato di Chankieh.
Nel 1952 vinse il suo primo premio al concorso della Facoltà di Belle Arti di Cairo. Attraverso i valori morali, la mentalità e il ritmo della vita condotta dalla sua famiglia borghese e contadina, Omar El Nagdi, conserva dentro di sé, come nelle sue opere, il carattere del contadino e l'impronta della vita semplice e spontanea. Una vita segnata dalla ricca presenza di una grande cultura, quella dell'oralità, le cui tradizioni artistiche verbali e ritmiche appartengono ai geni delle "Mille e una notte", del "Sirat" e dell'epica >
Spiegando la sua partitura pittorica a metà tra le culture araba e occidentale, al crocevia tra Realtà poetica, Cubismo, Espressionismo e la grande tradizione della decorazione murale egiziana, Omar El Nagdi non ha mai smesso di pensare e rivelare il mondo creando un'immagine di incredibile diversità e ineguagliabile intensità visiva! Il posto che l'artista occupa nel panorama dell'arte egiziana del XX secolo farebbe sognare molti. Dal 1960, l'arte di Omar El Nagdi è stata "in cima alla classifica", e vi è rimasta. La sua biografia lo testimonia. Senza nemmeno soffermarci sulle sue molteplici mostre personali o collettive, ricorderemo solo alcune date tratte da un elenco davvero mozzafiato.
Nel 1953 si laureò con il premio onorario dell'Académie des Beaux Arts del Cairo. e nel 1957 si laureò con premio onorario alla Facoltà di Arti Applicate del Cairo. Si recò in Russia nel 1959 e studiò ceramica a Mosca. Poi il suo percorso lo portò in Italia per studiare affresco e mosaico e nel 1964 si laureò all'Accademia di Belle Arti di Venezia. La sua presenza nel 1962 a Roma accanto ad artisti come Picasso, Dalì, De Chirico, confermò il suo valore e il riconoscimento dei suoi coetanei. Nel 1963 si diploma all'Accademia di Belle Arti di Ravenna (Mosaico). A Roma, come a Venezia, Omar El Nadgi divenne un pittore affermato e riconosciuto dagli ambienti delle arti plastiche, della critica artistica, del teatro e della musica. Nel 1964 è nominato professore alla Facoltà di Arti Applicate del Cairo. Nel 1964-1965 fonda la Mountain Mosaic Society, l'unica ad avere un legame con l'arte musiva locale. Nel 1965 diventa membro dell'Accademia Internazionale Tommaso Compainilio di Roma. Ritorna in Olanda e dal 1968 al 1969 studia serigrafia all'Accademia Jan Van Eck di Maastricht. Nel 1970 entra nella sezione Artisti Internazionali dell'Enciclopedia Francese Larousse. Successivamente è diventato membro dell'Associazione degli Amici delle Belle Arti dal 1970 al 1973. Dal 1971 al 1974 è stato membro del comitato di programmazione della televisione egiziana e direttore generale del dipartimento di produzione della televisione egiziana nonché direttore della Programma televisivo di Arte Plastica (Art and our Life), dirige più di 32 film documentari, partecipa alla creazione di set cinematografici o anche di serie televisive, compone la musica per 9 canzoni di carattere popolare, religioso, patriottico facendo appello all'emozione. Dal 1975 al 1987 realizza set televisivi ad Abu Dhabi. Nel 1977 ha conseguito il Dottorato presso il Consiglio dell'Università Egiziana. Dal 1982 al 1988 è stato professore itinerante di Arte presso l'Università King Saud di Riyadh e dal 1988 al 1991 professore e presidente del Dipartimento di Arredamento e Architettura degli Interni della Facoltà. dell'Università di Arti Applicate-Helwan del Cairo. Nel 1995 è stato ospite d'onore alla Biennale del Kuwait e all'Esposizione Internazionale di Parigi. Nello stesso anno avrà un'importante mostra personale all'Institut du Monde Arabe di Parigi. Dal 1994 tiene ogni anno una mostra personale alla Galleria Danielle Bourdette Gorzkowski di Honfleur.
Nel 2008 Dubai gli ha dedicato un'importante mostra sulla calligrafia. Al Salon d'Automne di Parigi nel 2009 ha vinto il Taylor Foundation Prize e nel 2010 è stato ospite d'onore dello stesso Salon.
Molto è stato scritto sul dipinto di 'Omar El Nagdi e le prestigiose penne sono state inesauribili nel lodare il canto sublime e la potenza dell'artista egiziano. Animate da un prodigioso dinamismo, le sue opere, sia di formato modesto che monumentale, rivelano l'inesauribile ardore di un temperamento che si esprime tanto nel colore quanto nella materia e nella linea, unendo questi tre elementi in una sorta di calda epica nel servizio di un umanesimo dichiarato.
Il capolavoro Sarajevo sta a El Nagdi come Guernica sta a Picasso. Questa tela monumentale, un vero Requiem pittorico, tradisce il desiderio dell'artista di coinvolgersi nella storia del suo tempo, di unire l'impegno dell'uomo a quello dell'artista, di iscrivere la sua arte in una dichiarazione di denuncia delle miserie e delle disgrazie della guerra. In questo, Omar El Nagdi segue le orme del lorenese Jacques Callot (1592-1635), dei grandi Rubens, Goya, Courbet, Delacroix, Otto Dix, Max Beckmann e perfino Picasso, tutti testimoni attenti, tutti profondamente rivoltati, tutti " plasticamente" impegnati nel loro tempo...
Non possiamo tuttavia "ridurre" l'orizzonte pittorico dell'artista a questo doloroso espressionismo, per quanto emotivo possa essere. Omar El Nagdi sa comporre vasti lamenti e allegre partiture di incomparabile freschezza.
Omar El Nagdi è uno di quei rari artisti che lavorano instancabilmente per l'incanto sempre rinnovato della vita. Bisognava aspettare che questo grande artista del Cairo riuscisse, in qualche modo, a riconciliare finalmente Pierre Bonnard e Pablo Picasso. Tuttavia, Omar El Nagdi ha sviluppato un vocabolario visivo perfettamente identificabile che, nonostante la diversità delle tecniche e dei supporti, non può essere paragonato a nessun altro. La sua grande cultura islamica gli permette di fecondare i terreni invecchiati delle grammatiche pittoriche occidentali. Al di là della comunità egiziana, è la memoria di tutta l'umanità che l'opera di Omar El Nagdi si impegna a perpetuare, come un sogno universale scolpito nei secoli a venire...
- Christmas Coret
