

Francia
• 1952
Biografia
Nato nel 1952, Philippe Manicacci trent'anni fa ha sostituito il camice bianco da medico specializzato in oftalmologia con una Leica. "Il mondo è fatto di momenti di vita; io sono qui per catturare i fenomeni sociali", dice. Prima di dedicarsi all’arte contemporanea, Philippe Manicacci si è confrontato con due mondi radicalmente diversi: quello della bellezza su carta patinata, in altre parole, la moda, e quello del caos antropico con la guerra del Kosovo. A partire da questa duplice esperienza, cerca di catturare questi momenti in cui la morte si confronta con il denaro in un silenzio assordante. Ha lanciato il movimento “Iridoarterapia”, dove l’esperienza dello sguardo clinico si fonde con l’estetica e la bellezza. Philippe Maniccacci lavora con la fotografia come un Tintoretto o un Tiziano, catturando la luce spirituale nei momenti furtivi di un mondo in rottura. Dalle sue foto, digitali o su pellicola, aggiunge colori artificiali, sgargianti e violenti e giustappone diversi momenti della vita. Artista-alchimista, realizza opere leggibili su tre livelli. “Prenditi il tempo per osservare le mie opere; appropriarsi delle mie opere; leggerli da vicino e poi da lontano e, per alcuni, utilizzare gli occhiali 3D. E ora ascolta i tuoi sentimenti…” Non rimaniamo indifferenti alle sue opere, che catturano il secolo con abbagliamento.
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