
Biografia
L'obiettivo del mio lavoro è consentire allo spettatore di interpretarne il significato utilizzando la propria esperienza. I miei sentimenti e pensieri sono direttamente collegati alla mia storia personale con i soggetti dell'opera, siano essi animati o inanimati. Una certa tristezza, disperazione o rassegnazione sembra essere sempre presente, per me questo permette una contemplazione più profonda. Tendo a intitolare l'opera in modo molto semplice, in questo modo lo spettatore ha nuovamente accesso all'immagine e non viene indirizzato in una direzione diversa.
La mia tecnica è relativamente sconosciuta, utilizzo la carta vetrata come mezzo per incorporare materiale secco nella carta spessa. Utilizzando questa tecnica riesco a “vedere” al buio; Utilizzo una miriade di riferimenti fotografici per le immagini delle mie figlie e traggo immagini dai miei vecchi giocattoli e ricordi della vita. L'utilizzo di questa tecnica porta l'opera a un livello “iperreale” e ben si presta al pervasivo sentimento di malinconia che esiste. La mia intenzione è quella di confrontarmi con lo spettatore e porre domande.
C'è un'onestà nel lavoro che posso esprimere solo se ho un legame reale con esso. Scelgo tutto, dagli abiti e dai tappeti su cui siedono i soggetti all'illuminazione, per catturare la sensazione che voglio trasmettere per questo lavoro. Ho anche iniziato a incorporare oggetti di scena, il che porta a una narrazione aperta anche all'interpretazione. La mia arte è una sorta di diario, quasi degli autoritratti che rimandano alle mie esperienze infantili, belle e brutte.
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