Jean-Pierre Stora (1933-1996)
Per la sua prima mostra personale che Lise Cormery organizzerà per Jean-Pierre Stora nella sua galleria situata al 6 di rue de Lanneau, nel Quartiere Latino di Parigi, Geneviève Jamet-Cortat, Curatrice dei Musei Nazionali, scriverà un testo per la sua amica Lise Cormery. In questa occasione verrà pubblicato un catalogo.
Jean-Pierre Stora “una dinamica di sincerità dell’anima”
È un'arte molto particolare quella che questo pittore, nato ad Algeri, offre alle nostre meditazioni l'11 novembre 1933. Allievo delle Beaux-Arts di Parigi vent'anni dopo, Jean-Pierre Stora prosegue con tenace discrezione una ricerca pittorica orientata verso ciò che Nominerò una dinamica di sincerità dell'anima. Una sincerità di dolorosa semplicità. Da qui l'interesse vivissimo di un'opera in cui risaltano l'originalità delle composizioni geometriche che evolvono come certe migrazioni di insetti, e i movimenti ondulatori delle folle osservate da un aereo. Aggiungerò un aereo da guerra, invisibile e minaccioso. Perché la pittura di Stora risuona con la campana a morto delle ore funebri quando iniziò nel sangue, nel rumore e nella furia quella che sarà chiamata la “decolonizzazione”. L'opera di J.P. Sotto la solidità della composizione apprezziamo la sobrietà del disegno, molto interessante da studiare per quanto riguarda la tecnica che è allo stesso tempo commovente e fermamente precisa.
Osserviamo ora le sue "Piazze", i suoi Porti sommersi, le sue "Parate della Marina francese": il messaggio profondo del pittore va oltre la semplice portata dell'immagine. Nelle folle spaventate che camminano senza saperlo verso la morte – quella dei corpi e delle anime – nelle divise color acciaio ricamate con accesi tocchi rosso e blu dei Marinai che se ne vanno per sempre (immagino, lo sappiamo), nell'inesorabile stagnazione dei magnifici porti, sentiamo qualcosa di fatale come una tragedia e di sinistro come un colpo di stato. Ma ciò che salva dalla disperazione gli uomini visti da Stora è la loro determinazione a voler respirare, a voler esorcizzare, a voler vivere. Quest'opera insolita, intessuta di forza virile e intuizione sofferta nella finezza di un tratto meticoloso e sottile, si presenta davanti a noi come testimone di un tempo in cui tutto era perduto, compreso l'onore. Non perdiamoci l'incontro offerto da Jean-Pierre Stora.
Geneviève Jamet-Cortat
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