“Nudi in un mondo nudo”
Il corpo umano è il soggetto principale dell'arte di Alisa Gorelova. Studiati da specialisti di anatomia e pittori degli ultimi cinque secoli, i suoi dipinti assumono un aspetto insolito, inquietante e misterioso. L'immagine vive, respira e pulsa, avvicinandosi ai limiti dove rischia di decomporsi in macchie di colore o di perdere la composizione comprensibile a tutti, diventando qualcosa come un fiore o una fiamma. È impossibile trovare qui due figure identiche: si intrecciano a formare una catena, traboccano dalle strette tele e si tendono l'una verso l'altra, trasmettono l'impulso apparso per la prima volta nell'attrito delle mani di Dio e di Adamo sul soffitto della la cappella. sistina.
Come nel primo atto della creazione, i corpi nelle opere di Gorelova non hanno convinzioni politiche o gusti preferiti, tutte le loro caratteristiche particolari sono egocentriche. Ogni dipinto si svolge davanti allo spettatore come una danza di forme e colori: l'artista si ispira all'arte di Matisse, ma la sua coreografia è più moderna e approfondisce le capacità fisiche dell'uomo. Al di fuori di ogni convenzione sociale, culturale o di altro genere, "l'uomo nudo sulla nuda terra" sognato dai filosofi, richiede una considerazione attenta e attenta da parte del pittore, capace di cogliere il battito più sottile sotto la pelle che ne modifica il rilievo e il colore . Una risorsa plastica illimitata, qual è il corpo umano, è impossibile da sostituire con le opere del progresso scientifico e tecnico.
Le opere di Gorelova, a differenza degli esperimenti di Frankenstein, si distinguono per l'attenzione trasferita con cura dal pennello e dalla matita su ogni curva del modello.
L'artista ricompone l'uomo diviso in parti dall'arte del modernismo e dalla storia del XX secolo o, almeno, ci dà la speranza di credere che questa ricomposizione sia possibile.
La mostra è composta da quattro grandi opere di tre parti ciascuna, realizzate nel 2022. Tutte sviluppano un'intensa vita di forme e colori che fluiscono di figura in figura, conferendo a ogni tela una propria vibrazione emotiva. Le tele strette e verticali sono diventate una caratteristica dell'arte di Gorelova, così come le diagonali larghe e allungate che catturano lo sguardo dello spettatore, guidandolo imperiosamente, enfatizzando ogni tricipite e tutta la tensione della muscolatura. Il suo talento esiste in una chiave ampia e veramente moderna, dove si muove liberamente tra antichità, manierismo e XX secolo. Oggi Gorelova si rivolge sempre più agli italiani del XVII secolo, fantasiosi e presuntuosi: il soffitto della Cappella Sistina di Michelangelo e la Galleria Fontainebleau Rosso Fiorentino servono come sua risorsa plastica.
Selezionando il meglio del Rinascimento, sezionando il corpo nell'espressionismo o decostruendolo nel surrealismo, l'artista aspira sempre alla novità. Gorelova agisce nel quadro dell'insieme delle immagini postmoderne: è molto naturale vedere nel dipinto una mano o una gamba di carattere rinascimentale ma trattata alla purezza con l'acido del surrealismo. La fluidità delle forme pittoriche è paragonabile ai personaggi ambigui e magici di Leonora Carrington e all'anatomia femminile dei fiori di Georgia O'Keeffe. I piedi e i polsi si affinano, si allungano, si moltiplicano, cominciano a vivere la loro vita nonostante ogni realismo. Il movimento è suddiviso in molte fasi, ma questi nudi non scendono le scale, al contrario, le figure morenti si arrampicano l'una sull'altra. Ci si chiede dove stia accadendo tutto questo, forse nell'Inferno di Dante?
Appassionato della struttura dei corpi e del movimento della pittura sulla tela, l'artista risolve inavvertitamente il problema più complesso del "messaggio", ovvero dei media tradizionali consacrati dalla storia. Le figure nei suoi dipinti appaiono così variegate da evocare i concetti sociologici di “folla” e “raduno”. La corporeità, che negli ultimi decenni è diventata uno dei principali problemi e temi dell'arte, raggiunge così la sua massima espressione. Le emozioni sono ormai intense fino all'insopportabilità e in tutta la loro pienezza vengono trasmesse non dall'individualizzazione dei volti, ma dagli stessi corpi spersonalizzati. La complessa opera plastica elaborata minuziosamente dall'artista è capace di produrre con facilità formule retoriche conosciute fin dall'epoca barocca. Gorelova riesce a dissotterrarli dagli strati di memoria culturale sepolti pericolosamente vicino alla superficie dell'esistenza umana e che separano la personalità dal nulla. Non sono solo le profondità dell'inconscio ad attrarre gli artisti surrealisti, ma anche la linea sottile che separa l'uomo dalla bestia che è in lui. Gorelova ha imparato la lezione dell'arte che continuò per tutto il XX secolo con gli espressionisti, prova ne è l'intensissima armonia cromatica dei dipinti. Lo spettatore che si trova davanti a questi dipinti può rimanere scioccato o spaventato, confrontato con milioni di domande momentanee sul suo corpo che non raggiungono nemmeno la sua coscienza: "Sono io?" Ciò che l'artista disegna viene confrontato e paragonato con il ricettacolo della personalità insito nell'essere umano, con lo strato muscolare di un'unica coscienza: questo è il punto centrale e il paradosso della verosimiglianza. Il corpo umano resta un'immagine universale capace di spiegare tutto, soprattutto se realizzato con la cura interiore tipica della pittura di Gorelova. Il famoso problema filosofico e psicologico “Il sé e l'altro” assume un aspetto nuovo.
Paolo Gerasimenko
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