ARTE ASIATICA dalla Scuola di Parigi del Dopoguerra
Scuola parigina dell'Asia del dopoguerra
Galleria Lise Cormery, Parigi
Contrariamente alla credenza popolare, l’arte asiatica non è uniforme; contiene tesori di originalità, certamente meno vendibili e più facili da comprendere rispetto all'arte stereotipata. Che si dedichino all'astrazione o alla figurazione, il più delle volte padroneggiano ancora magnificamente la tecnica a mano libera che permette loro di disegnare le forme più complesse e regolari che si possano immaginare. Siamo lontani dalla disaffezione dell'Occidente per l'arte dei maestri, quando giovani pittori o scultori immaginano che il Balzac di Rodin non necessitasse di una miriade di disegni per trasmettere ai nostri occhi la forza e la maestosità del personaggio.
Possiamo chiederci perché questi avventurieri dell'arte hanno lasciato il loro lontano paese per raggiungere Parigi. Venivano dall'Asia alla ricerca della conoscenza, quando questa non era ancora predominante nei giochi di potere. Questi ricercatori d'arte vennero a Parigi per ragioni spesso politiche ed economiche, ma anche artistiche.
Key Hiraga, Kato Hajime e Kojiro Akagi dal Giappone,
Chen Chin e Liu Yang Jer da Taiwan,
Zhu Xinjiang, Xu Beihong, Ma Desheng, Li Shuang della Repubblica popolare cinese,
Ha Indoo e Riu Min Ja, Moon Chin, Li Jae Yong, Kim Han, Kim Han Chang dalla Corea del Sud,
Kam Zin Choon e Min da Singapore.
Tutti vennero a scoprire Parigi, allora la Città della Luce, che da allora è diventata la Città della Polvere. Il Faro delle Arti che era Parigi non c'è più, il gioco delle potenze ha fatto il suo lavoro anche se qualche entusiasta resiste ancora. I nostri ricordi stanno svanendo e abbiamo dimenticato che all'epoca il Giappone era devastato, motivo per cui Kojiro Akagi partì per Parigi, di cui diventerà un meraviglioso testimone. Alcune centinaia di opere sono ora custodite dal Museo Carnavalet di Parigi, anche se ci ha lasciato con rammarico nel 2020. Hajime Kato ha praticato la sua arte in un registro completamente diverso, astratto, geometrico, ma come lui ha trascorso la sua vita a Parigi.
Taiwan non viene dimenticata con Chen Chin, maestro della calligrafia erbosa che dipinge cavalli letteralmente vivi su carta orientale. Nel 1987 correvano su rulli lunghi diversi metri lungo le pareti bianche della galleria di Lise Cormery. Liu Yang Jer, più sobrio, più geometrico, gioca su innovazione e tradizione.
Estratto da “La Scuola di Parigi del Dopoguerra (1945-1999) Storia artistica e politica”, Lise Cormery, Pubblicazioni Michelangelo, Parigi 2020.
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