Henri Aprin
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Henri Aprin

Francia • 1943

Biografia

"Henri Aprin, il nome di un artista troppo poco conosciuto che merita di essere portato alla luce perché il suo lavoro è impressionante, commovente e monumentale nella sua diversità e approccio visionario. Artista di manifesti e illustratore di professione, ex studente delle Beaux-Arts d'Avignon, disegnatore di talento, è stato attratto dal mondo dell'arte fin da giovanissimo. Dopo il suo pensionamento, si è dedicato interamente alla sua pittura, come un uomo solitario e senza alcuna preoccupazione di riconoscimento.

Attraverso le sue diverse ispirazioni, rimane un artista impegnato perché è profondamente umano e toccato dagli orrori dell'esistenza, dalla guerra, dalla resistenza, dalla tortura, dalla prigione, dall'ingiustizia, dalla sofferenza e dalla morte...

Il suo legame con la poesia e il suo attaccamento a certe figure poetiche come Éluard, Apollinaire, Aragon e Garcia Lorca, i suoi omaggi a queste grandi figure, animano gran parte della sua opera e sono toccantemente veri, ricchi di messaggi e rivelatori del suo impegno spirituale e umanitario per un mondo di pace, amore e libertà.

L'omaggio reso a Garcia Lorca, il grande drammaturgo spagnolo, martire dell'amore e della guerra, caratterizzato dalle impronte rosse sulle sue carte, come il sangue che scorre nell'arena e si congela nella morte, e che lui proietta violentemente sul suo supporto, ci colpisce e ci interroga sul destino umano. Questo amato poeta, che ha sempre mostrato una vera tenerezza per gli oppressi e gli emarginati, rimane una figura cara al pittore che si ritrova circondato da questa gentilezza verso gli altri, da questa umanità che emerge dalle sue opere e dai suoi scritti. Questa scrittura sensibile e calligrafica, che molto spesso si insinua nelle sue opere e ne finalizza la composizione, testimonia questa profonda condivisione con il mondo della poesia.

Il poeta surrealista Éluard lo commuove con la sua poesia in cui emergono il lirismo, la libertà, l'inaspettato e il drammatico. Con i suoi pennelli e la pertinenza di una composizione astratta, trascrive per noi la visione di un uomo che guarda al dolore e alla disperazione umani, ma anche alla speranza e all'amore.

Il suo legame con Jean Ferrat, uno degli interpreti più popolari di Aragon, che ci canta il suo amore per Elsa, diventa una figura familiare piena di tenerezza. Il ritratto del cantante si trova al centro del suo studio, in qualità di portavoce del grande poeta Aragon.

La bella Elsa dagli occhi enigmatici appare in una composizione dai toni caldi, in cui le parole di Aragon risuonano e brillano attorno a questo ritratto estremamente delicato.

Poesia e pittura sono intimamente legate nelle creazioni artistiche di Aprin, come se la pittura non potesse esistere senza le parole e le parole senza la pittura.

I suoi paesaggi, per lo più immaginari o commemorativi, ricordi di vagabondaggi frettolosi nella natura selvaggia, sono in perfetto equilibrio con cieli tempestosi di eccezionale bellezza. Conferiscono alla sua architettura rocciosa una luce interna soffusa, che si irradia in un universo in cui il nero dà potere alle ombre e ai contrasti colorati. La sua tavolozza di toni scuri è estremamente raffinata e splendidamente sobria, con toni caldi e grigi-blu che si fondono magnificamente.

L'artista impegnato che si schiera nella resistenza contro il nazismo, vuole testimoniare la violenza di questo mondo e guarda al dramma della guerra civile spagnola e a questa fuga verso la libertà, dove riesuma il destino dei vinti, degli esuli, persino dell'esilio interno, della sofferenza stigmatizzata su volti doloranti che egli raffigura per noi in una tavolozza di commovente oscurità. Poi il suo sguardo si sposta sui deportati dai campi di concentramento o addirittura sui partigiani assassinati, sempre con brani di poeti impegnati a testimoniarlo...

Vicino alla pittura miserabilista di Francis Gruber o di Bernard Buffet, impegnati nel movimento della pittura sociale, descrive l'umanità sofferente con una pittura visionaria e simbolica ed esplora intensamente i temi dell'angoscia, della solitudine e della condizione umana. In questo senso, è un pittore espressionista che denuncia e talvolta offende la nostra sensibilità.

La sua pittura diventa talvolta materica, scultorea, grezza, con l'uso di materiali diversi recuperati alla rinfusa, per dare forma e mettere in risalto certi ritratti come quello di Van Gogh, sublime nella sua purezza e nella sua verità o per il suo omaggio a Rodin o ancora per svelarci i volti dolorosi degli esiliati.

Victor Hugo parlava di misteriosi fili che collegano le persone al di là della loro esistenza terrena. Penso che Henri Aprin sia legato a queste anime, pittori o poeti defunti ai quali rende omaggio con i suoi pennelli e i suoi materiali, ma anche con la sua scrittura. Anche lui è un poeta nell'anima, che ha il potere delle parole e che ci commuove profondamente con la semplicità della sua prosa e della sua poesia. Scrive tanto quanto dipinge, un mucchio di opere abbandonate, illustrazioni di libri e riviste, racconti autobiografici, testimonianze, diari di viaggio, omaggi a persone care come la nonna, il tutto raccolto in un angolo del suo studio, senza alcuna preoccupazione di una possibile pubblicazione. Lo scopo di tutto questo gli importa poco, slegato da qualsiasi obiettivo commerciale, l'artista che dipinge e scrive mentre respira, in modo viscerale, con religiosità si potrebbe dire, non ha altra preoccupazione che quella di esprimersi istintivamente, secondo le sue ispirazioni. Liberato dall'aspetto cerebrale e dalle sfide del successo e del riconoscimento, resta un uomo libero, puro, sincero e autentico, uno di quegli artisti che oggi sono rari.

Henri Aprin creò e offrì alla chiesa di Chateaurenard un Cristo crocifisso, ammirevole figura religiosa che testimonia la sofferenza nel mondo e che egli considera il culmine della sua arte e l'opera che avrà segnato la sua vita, davanti alla quale con umiltà ci dice: "con l'età ho perso molte delle mie certezze e guardo questo Cristo con grande tenerezza". Questa frase ci offre uno scorcio di un uomo gentile e umile, oltre che dotato di talento e genialità come pittore e creatore.

A volte visita le tombe degli artisti che lo hanno commosso, pittori, scultori o poeti, e raccoglie un pezzo di edera o qualche foglia morta o qualche sassolino o conchiglia vicino alla lapide. Ritorna così a casa, serbando preziosamente queste reliquie, ricordo di un momento di meditazione e di pensieri per coloro che hanno lasciato questo mondo... ma che per lui restano immortali e soprattutto una bellissima fonte di ispirazione."

Monique Laidi

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Pittura, La lettre, Henri Aprin

La lettre

Henri Aprin

Pittura - 30 x 38 x 1 cm Pittura - 11.8 x 15 x 0.4 inch

800 €

Pittura, Paysage, Henri Aprin

Paysage

Henri Aprin

Pittura - 28 x 28 x 1 cm Pittura - 11 x 11 x 0.4 inch

800 €

Pittura, Etude, Henri Aprin

Etude

Henri Aprin

Pittura - 60 x 60 x 1 cm Pittura - 23.6 x 23.6 x 0.4 inch

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Pittura, Paysage Espagnol, Henri Aprin

Paysage Espagnol

Henri Aprin

Pittura - 84 x 100 x 2 cm Pittura - 33.1 x 39.4 x 0.8 inch

2.300 €

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