Didier Fournet

Didier Fournet è un pittore contemporaneo della fotografia che ha scelto i pixel per i pennelli e le vibrazioni dei paesaggi per la bellezza del mondo.

La sua Hasselblad digitale gli offre nitidezza, profondità di campo e gestione del tempo. L'artista, ispirato fin dalla sua giovinezza da fotografi diversi come Gursky o David Lachapelle, ha trovato la sua scrittura capace di superare il tempo che scorre come la Senna davanti ai suoi occhi fin dai suoi primi passi nel 15° arrondissement.

Dopo l'odissea di Kubrick e prima che il film Interstellar proiettasse sulle nostre retine irradiate immagini della curvatura del tempo legata all'assenza di gravità, il giovane fotografo piega e incolla le sue foto sul computer per proporre una nuova misurazione del tempo. Addio a 60 secondi o 60 minuti; anche i tempi di esposizione dell'otturatore sono controllati con la complicazione del cronometro, che è decisamente basato sull'orologio umano, meno istituzionale. Perché non ve ne accorgerete subito, ma non tutti i parigini e i turisti si sono incrociati sul Pont au Change o sulle banchine dell'Île Saint Louis. Denis ha abolito l'appuntamento mancato e senza dubbio ha cambiato anche il destino delle vite che scivolano sul sanpietro bagnato della capitale francese.

Lo “spettatore”, come diceva Marcel Duchamps, l'inventore del ready-made, è anche un regista che colloca i suoi attori in scene di vita di cui padroneggia i passaggi come una serratura sul Quai de Valmy. Questo artista nutre il suo istinto ponendo tutte queste domande senza necessariamente renderle consapevoli.

Nel corso di conversazioni senza tempo, la sua anima sviluppa le sue impressioni così che le foglie degli alberi, come le braccia dei passanti o i tetti delle città si abbracciano in una vibrazione evidente o in un coito platonico sotto le luci del cielo .

Così, Didier Fournet riuscirà nell'impresa di colorare calorosamente gli edifici del Quai de Grenelle a Parigi, come se fossero stati accarezzati dai raggi vitaminici di un sole estivo e allo stesso tempo macchiati di calce da una luna piena. Le emozioni di Fournet sono d'argento, molto più grandi del suo corpo e vibrano, sincronizzate con i souk di Marrakech, la sabbia bianca di Copacabana o i parchi giochi vietati ai bambini... Non osiamo immaginare le opere che la sua mente potrebbe compiere di fronte lo spettacolo del Burning Man nel Black Rock Desert del Nevada..."