Nolwenn Samson

Da più di un decennio dispiega i suoi mondi sulla tela: “Ho pensato a lungo che la pittura mi venisse naturale, quasi innata. È strano poter pensare che i miei soggetti, le mie composizioni e le loro disposizioni visive possano non essere direttamente influenzati da un'esperienza” confida l'artista Nolwenn Samson.

Allestimenti saturi di impatto, cromie decentrate per occhi spalancati... Il pittore salonnese racconta le ascese e le cadute di intrepide bionde, alle prese con uomini belli e agitati dalla barba bruna.

Personaggi i cui umori oscillano tra rivoltelle, motti e citazioni forti, sotto lo sguardo di un divertito bestiario domestico: “con una madre che insegnava danza e un padre che aveva creato un laboratorio fotografico dove trascorrevo le mie giornate, mi sono ritrovata fin dall'infanzia trasportata lontani da densi flussi creativi, tra immagini, nuova musica e balletto.”

Autodidatta in tutto e per tutto, ad eccezione di un periodo presso una scuola di arti applicate a Marsiglia dove ha avuto a che fare con le gioie dell'illustrazione e del design grafico, Nolwenn Samson si esprime oggi con acrilici, inchiostri, resine e pennarelli. Ingenua, trash, arrabbiata e soprattutto molto femminile, i suoi impulsi artistici si rivelano e sperimentano su formati grandi, anche grandissimi, che possono raggiungere i 300x300 cm.

In progress e costantemente in movimento, il lavoro di Nolwenn Samson evoca Basquiat, Keith Haring, Warhol ma anche le migliori proiezioni della street art o i ritmi cinematografici di Tarantino e Kitano, influenze dirette del pittore. Visti sui muri di gallerie e luoghi espositivi tra Parigi, Marsiglia e Miami, i suoi dipinti stanno ora entrando nelle sale di vendita.