Alfred Manessier è un pittore francese (Saint-Ouen 1911 - Orléans 1993). Allievo di Bissière, colorista intenso, abbandona la figurazione per tradurre meglio il suo sentimento interiore del sacro o della natura. Oltre ai suoi oli e acquerelli, ci sono cartoni di arazzi e vetrate (cappella di Hem, Nord, 1958; Saint-Bénigne de Pontarlier, 1975). Si iscrisse alla Scuola di Belle Arti di Amiens e, nel 1929, venne a Parigi, dove entrò nella sezione "architettura" della Scuola di Belle Arti. Al Louvre, dove copiò i maestri (Rembrandt, Tintoretto, Delacroix), conobbe Le Moal. Dal 1933 espone al Salon des Indépendants. Conosce Bissière all'Académie Ranson (1935) e riceve consigli da quest'ultimo, attorno al quale si raggruppano alcuni studenti (Le Moal, Bertholle, lo scultore Étienne-Martin). Dipinge poi composizioni figurative molto colorate (Marine Gods, 1935; The Magician Robot, 1937). Collabora alla realizzazione del padiglione dell'Aria e delle Ferrovie durante l'Esposizione Universale di Parigi del 1937. Con Le Moal, Bertholle, Stahly, Étienne-Martin, partecipa alla mostra Témoignage à la gal. Matières, inaugurata da P. Breteau (1938), e debutta l'anno successivo al secondo Salon des Jeunes Artistes. Nel 1941, Alfred Manessier espone al gala i Lunatiques. Braun, nell'ambito della mostra Venti pittori della tradizione francese, insieme a Bazaine, Lapicque, Singier. Nel 1943, durante un soggiorno a La Trappe de Soligny, scopre la fede, che segnerà successivamente la sua vita e la sua opera di pittore religioso, alla quale diede un'espressione astratta. Oltre alle vetrate per la chiesa di Bréseux (Doubs), nel 1949 realizza un arazzo per l'Oratorio dei Domenicani di Saulchoir (oggi al Convento dei Domenicani di Lille) sul tema di Cristo alla colonna ed espone litografie sul tema della Pasqua alla galleria Jeanne Bucher. Realizzò anche vetrate per la chiesa di Ognissanti a Basilea e quella di Saint-Pierre de Trinquetaille, ad Arles (1952). A fianco dell'architetto Bauer, lavorò nel 1957 alla vetrata della cappella di Hem (Nord), per la quale disegnò anche gli ornamenti sacerdotali. Divenne poi uno dei pittori francesi più qualificati nel campo delle vetrate, che rappresenta gran parte della sua attività (vetrate della cattedrale di Saint-Nicolas a Friburgo, Svizzera, nel 1980-1981). A partire dal 1943, la sua pittura si discosta volutamente dalla Figurazione o resta figurativa solo attraverso simbolismi religiosi formalmente identificabili: croci, spine, cerchi, la cui grafica acuta si staglia su sfondi modulati dalla luce (La Corona di Spine, 1950, Parigi, M NAM). Gli spessi anelli neri che appaiono presto vengono infine assorbiti in uno spazio frammentato come un mosaico o una vetrata. Il chiaroscuro costantemente associato al colore nelle sue tele è il riflesso della lotta spirituale dell'uomo, e, nelle numerose evocazioni di paesaggi eseguite a partire dal 1960, le zone d'ombra sono investite ai bordi di tutte le seduzioni dei mezzi toni. Nel dicembre 1971, Manessier espone al MAM de la Ville de Paris una suite di 12 arazzi sul tema del Cantico spirituale di San Giovanni della Croce. Gli anni 1972-73 sono segnati da grandi acquerelli (Passion Espagnole, suite, 1973). Per la madre di un condannato (1975), Omaggio a Dom Helder Camarra (1979) riflette il suo interesse per coloro che soffrono e lottano. Le sue opere dei primi anni '80 si ispirano ai paesaggi della costa della Piccardia (Marais et hortillonnage, lavis des Sables, 1981). Manessier realizza nuovamente vetrate (Abbeville, chiesa del Saint-Sépulcre, 1993). L'artista è rappresentato in musei francesi (Parigi, MNAM; Digione) e stranieri (Berlino, Brema, Amburgo, Basilea, Colonia, Düsseldorf, Essen) e in collezioni. foglie. Gli è stata dedicata una retrospettiva (Parigi, Grand Palais) nel 1992-1993.
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