Sarà l'incontro con lo scultore Paul Belmondo a decidere il destino di Gomez Ramon y Romero. Paul Belmondo ne apprezzò le qualità artistiche e usò la sua influenza per farlo entrare all'Ecole du Louvre. Fu però da autodidatta che il giovane si avvicinò al mondo della pittura. Dopo un primo contatto con la Grande Pittura, dove continua a copiare le opere dei maestri nei musei, viaggia per il mondo per due anni, dal 1965 al 1967. Durante questi due anni di vagabondaggio vive del prodotto della sua pittura. Tornato a Parigi, seguì il consiglio del banditore Maurice Rheims e prese lo pseudonimo di Ramon Dilley. Fin dalle sue prime mostre, Dilley ha trovato il suo stile. Nostalgia dell'esilio e periodi di felicità passata sono alla base della sua creazione, dove troviamo eleganti anni Trenta e leggendarie località balneari. Deauville, Trouville, Cannes, Nizza sono i suoi soggetti preferiti, e popola queste spiagge alla moda di personaggi frivoli e spensierati. Questo Scott Fitzgerald della pittura trovò subito successo. Molto estroverso, Ramon Dilley cerca clientela nel jet set e nel mondo del cinema. Anche il mondo delle lettere lo accoglie e il pittore stringe amicizia con Mauriac, come con Giono e Marcel Achard. Nel 1968 incontra Catherine Deneuve, che lo presenta a Claude Chabrol. Il regista diventerà uno dei suoi appassionati collezionisti. Ma tra i fan del lavoro di Dilley ci sono anche lo Scià dell'Iran, il Principe Ranieri di Monaco e Valery Giscard d'Estaing.
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