

Biografia
Durante gli inevitabili viaggi quasi quotidiani per lasciare il mio villaggio sulle Alpi, ho conservato fin dall'infanzia il ricordo di questo gioco che consiste nell'accomodare l'acutezza dello sguardo sui diversi piani dei paesaggi. È così che si è formata parte dell’impronta del DNA del mio lavoro.
Quando mi lascio guidare, il veicolo con le sue molteplici aperture/finestre diventa il mio studio mobile trasparente posizionato su gigantesche carrellate, rivolto alla vita trasportata che affronta l'inaspettato, l'irrazionale e talvolta l'assurdo. Da questo spazio ristretto, le mie foto scattate al volo catturano momenti di questo febbrile spazio-tempo come testimoni di ricordi fugaci di uno spazio pubblico nella nostra memoria collettiva.
Di fronte alle mie fotografie è possibile osservare il lavoro manuale sulla superficie della carta, equilibrio tra l'immagine stampata e l'immagine resa unica. Nessuna aggiunta, nessun incollaggio, nessuna modifica. Nello strato di pigmento sono visibili macchie di attrezzi, sporco, tracce di gesti. Se però i miei interventi possono evocare il registro del disegno, modificano anche i colori e i materiali dell'inchiostro a pigmenti. Questo processo di depigmentazione fotografica spoglia l'epidermide della carta fotografica del suo pigmento per arricchirla del bianco della sua anima che può essere a sua volta luce, colore, spazio. Nella stabilità del formato quadrato semplifico, ordinerò, oppongo l'architettura. Il lavoro lento dell'artista visivo cancella gli elementi aneddotici e si fonde con l'istantanea data.
Ogni immagine appartiene ad una serie che sfrutta le varie forme di dettaglio: sezioni nel paesaggio, immagini nell'immagine create da riflessi o dalla parte inferiore di ponti, parti, corpi o oggetti visti all'interno degli abitacoli, la visione fuori campo di la cabina del camion, gli all-over prodotti dalle spazzole del lavaggio ma anche la frammentazione e gli ingrandimenti della stampa stessa.
Prima di lavorare in questo modo con la carta fotografica, per diversi anni ho creato sculture astratte in lastre di vetro dipinto o specchi raschiati, giocando con la libertà offerta alla pittura di essere nello spazio, senza cornice, senza sfondo. Le trame degli specchi e i loro riflessi hanno portato immagini in movimento. Ho poi aggiunto frammenti delle mie immagini stampate come immagini fisse che ritornano alla pratica della fotografia.
È così che, lavorando sul volume e sul piano, la fotografia si è rivelata composta da materiali la cui azione di depigmentazione devia le origini realistiche dell'immagine e apre l'immagine alla confusione tra illusione e intenzione.
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Paysage sur route 40-2020
Aline Isoard
Fotografia - 30 x 30 x 1 cm Fotografia - 11.8 x 11.8 x 0.4 inch
Venduto

