Jacky Dumont

Se vivo con passione i grandi cambiamenti del mio tempo legati agli sviluppi tecnologici fondamentali, rimango tuttavia profondamente legato al significato originario, addirittura primitivo, dell'Arte.

Attraverso le mie creazioni ho la presunzione di portare il tuo sguardo curioso verso un'emozione che mette in discussione la condizione umana, il suo rapporto con lo spazio, il tempo e il suo stesso mistero.

Ogni dipinto vuole essere il trofeo di una cattura di sensazioni, emozioni, riflessioni che rendono ogni attimo in sé un complesso infinito multidimensionale.

Profondità e luce vengono lavorate associando il colore a materiali tra cui fibre che donano vibrazione e costituiscono un sistema vascolare dinamico. L'esecuzione spesso arriva fino a un certo manierismo.

Alla fine, la tela e i suoi materiali modesti diventano un pezzo di altrove la cui sensualità invita a perdersi in essa e poi ad appropriarsene.

In tutta la mia produzione troveremo senza dubbio un buon numero di influenze tratte dalla storia delle Arti, dalla Preistoria ai giorni nostri, con in particolare quella della pittura fiamminga, la cui tecnica ho scoperto alla Scuola Nazionale di Belle Arti e che ho ristrutturato utilizzando prodotti moderni.

Sono innegabilmente debitore alla mia fascinazione per le arti primitive; le pelli conciate, stirate e dipinte dagli amerindi, le maschere africane che ho visto danzare, le statue feticcio che ho visto attivarsi durante una parte decisiva della mia giovinezza trascorsa nella regione dei “grandi laghi”.

Ciò è particolarmente vero per le mie sculture realizzate con materiali naturali usurati dal tempo, rielaborati con intarsi minerali per trascenderli e farli diventare un’altra “cosa” che ci cattura e ci conduce verso universi invisibili.

Ma soprattutto, al di là della cultura e del lavoro, la mia creazione nasce da una golosa curiosità e da un'appassionata fraternità con l'umanità.