Mario Domenicale

Tele, cavalletti e colori vivaci sono una parte imprescindibile della sua vita. Classe 1949, il maestro Mario Domenicale ci apre il suo mondo, catapultandoci in uno spazio di sfumature e profili del tutto inediti. Ma partiamo dall'inizio di questa passione: "Mi sono diplomato al Liceo Artistico di Belle Arti. Nell'adolescenza ho iniziato a vedere le prime mostre. Dentro di me è nato subito il desiderio di approfondire l'arte, fino a diventare una passione". Pittore, realizza le sue prime opere a metà degli anni Sessanta. Le sue opere sono state esposte in molte rassegne pittoriche, alcune delle quali nel palazzo Borgogna di Vercelli. Nella sede della Soms a Stroppiana offre lezioni gratuite, dove lascia che i suoi studenti "si divertano, liberamente, secondo le loro inclinazioni creative", per poi allestire mostre con le loro riproduzioni: la prossima "Collezione d'Arte" verrà inaugurata il 14 agosto durante la festa patronale. I suoi primi dipinti hanno utilizzato la tecnica dell'impressionismo, riportando alla mente paesaggi e al concetto di "bellezza naturale" a cui siamo abituati a vedere un Manet o un Renoir. Sunday riesce ad ammaliare i sensi dell'osservatore, con la capacità di imprigionare una realtà in fuga, dove l'azzurro celeste impallidisce e i lineamenti cambiano di continuo. Ammirare questo suo periodo, durato oltre 15 anni, e doverlo definire con una parola, che potrebbe essere "glow". “In seguito – spiega il maestro – mi sono dedicato all’arte moderna. Alcuni quadri cubisti di Picasso o le tonalità accese di Matisse sono state per me delle rivelazioni. Così, ho modificato i miei soggetti, cercando di ricreare quei colori vivaci”. Nei suoi dipinti, infatti, si può ammirare il senso della luce e restare ‘presi dall’emozione’, anche solo contemplando un suo paesaggio. Le sensazioni che si hanno, di fronte a queste opere, si intervallano, rabbrividiscono nel profondo, e lasciano stupiti gli osservatori. A 50 anni, si dedica poi ai collage: “Devo ammetterlo: sono stato influenzato dalle nature morte di Picasso e dalle produzioni della Pop Art americana presenti al Guggenheim di New York! Il fatto è che la pittura accademica non si adatta ai tempi e agli arredi moderni. Se pensiamo alle chiese sorte di recente, come quella che troviamo nel quartiere Concordia di Vercelli, scopriamo che anche l’architettura si conforma al lato moderno. Con il realismo, passiamo al nuovo”. Ovunque vada, Domenicale porta con sé un block notes per catturare l'essenziale di ogni edificio che gli interessa, realizza quelli che per lui sono degli "schizzi" e per gli appassionati del settore sono delle mini-opere d'arte. Insomma, è una macchina fotografica "particolare", che riesce a trasmettere l'emozione di chi non era nel luogo del disegno, cogliendo, cogliendo, tela dopo tela, i lampi di ciò che resta dell'imprendibile essenzialità della creazione.