

Italia
• 1831
Biografia
Dario Querci (11 novembre 1831- Roma, 1918) è stato un pittore italiano, che dipinse principalmente soggetti storici e letterari in uno stile tardo-neoclassico. Biografia Nacque a Messina, dove si formò inizialmente con il pittore Antonino Bonanno, ma presto passò a studiare con Nicola Miller e, più tardi, nel 1851, entrò nello studio di Michele Panebianco. Durante le rivoluzioni del 1848, fu attratto dai combattimenti, progettando artiglieria. Dipinse tele, tra cui Matteo Palizzi circondato dai congiurati,[1] raffigurante un siciliano del XIV secolo che si opponeva al dominio straniero dell'isola. Nel 1854, finanziato da una borsa di studio di 255 lire data dal Comune di Messina, viaggiò con Panebianco per studiare a Roma. Lì fece amicizia con il pittore nazareno in visita Peter von Cornelius, che disse del giovane Querci: Inizia dove finiamo noi. Tra le sue opere ricordiamo Federico III di Sicilia distribuisce pane ai poveri durante l'assedio di Messina da parte di Carlo d'Angiò; L'Angiolo delle tombe,[2] donato all'ingegnere Leone Savoia; Luna e Perollo (su una faida familiare medievale in Sicilia, esposto nel 1861 a Firenze); Riposo in Egitto dipinto per la cattedrale di Ragusa; Fausto e Margherita acquistato dal banchiere Teodoro Rabb, e per il quale furono realizzate altre due copie; e Il saraceno di Messina acquistato anch'esso da Rabb. Fausto e Margherita fu esposto all'Esposizione di Palermo del 1864. Altre opere includono Dante e Beatrice; Cola da Rienzi e i baroni romani; Cola da Rienzi parla al popolo a San Giorgio in Velabro (premiato con una medaglia a Vienna nel 1873); Lo Stemma degli Orsini e La dimane d'una battaglia commissionato dal principe Orsini; il Barone Hubner, ambasciatore austriaco viaggia in treno a Gala per presentare le sue credenziali a Papa Pio IX nel 1860, la tela fu commissionata dal Barone; Un episodio durante il viaggio del Barone de Hubner in Giappone; Ritratto del Re e della Regina commissionato dalla Città di Messina dopo la morte di Re Vittorio Emanuele II; Mazzini in Campidoglio; e Entrata di Garibaldi a Palermo. Quest'ultima opera fu riprodotta per riviste d'arte in Italia e l'Illustrazione Italiana della Casa di Treves. Dipinse anche due tele per una cappella in Messico; un dipinto di genere di vita in Cile; e un Romeo e Giulietta per Londra. Querci dipinse anche la scena neopompeiana di genere: Un gioco di Dadi. Tra i suoi capolavori, Il Cola di Rienzo che parla al popolo (Cola da Rienzo parla al popolo a San Giorgio in Velabro, Dante e Beatrice e Entrata di Garibaldi a Palermo). Dipinse anche molti ritratti, tra cui molti a Istanbul e Vienna. Tra i suoi ritratti ci sono quelli del principe Orsini, della baronessa Camerata Scorazzo, di Enrica Parisi, del duca Grazioli di Roma, del barone Natoli, di Filippo Cordova, dei senatori Tommasi e Basiie, del barone Donnafugata, della baronessa Cordova e del conte Baumansaint. Nel 1891, per la Cassazione di Palermo, dipinse un ritratto a grandezza naturale del re Umberto I e della regina Margherita. Descritto da Gubernatis come serio e modesto, Querci nel 1873 fu nominato cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; nel 1877, dell'Ordine della Corona d'Italia. Prestò servizio in molte giurie artistiche e fu eletto professore al Regio Istituto di Belle Arti di Roma. Uno dei suoi allievi fu Giulio Rosati.
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