

Biografia
Sandra Cea si è formata presso prestigiose istituzioni internazionali come il Museum of Modern Art (MOMA), New York, Stati Uniti; Harvard Business School, Boston, Stati Uniti; Parsons New School, New York, Stati Uniti; Università della California, Irvine (UC Irvine), California, USA; e la Scuola di Sperimentazione Agora, Barcellona, Spagna. La sua formazione abbraccia discipline quali l'arte digitale, la sperimentazione visiva, la progettazione 3D e il design thinking applicato alla leadership. Ha esposto le sue opere in vari paesi, tra cui Argentina, Spagna, Stati Uniti, Francia, Monaco, Panama e Turchia. Tra le sue mostre più importanti ci sono El Origen a Nusa-Mestis, Panama Design Center (PDC), Panama, Panama (2024); 38a Mostra e Concorso d'arte internazionale Chelsea NY presso l'Agora Gallery, New York, USA (2024); Eclipsed presso la Galleria Monat, Madrid, Spagna (2024); Oxímoron presso Galería 0618, Buenos Aires, Argentina (2024); e A Visual Symphony of Love alla Luna Grande Gallery, Istanbul, Turchia (2024).
Ha partecipato anche a fiere internazionali come ExpoNewYork presso la Contemporary Art Gallery, New York, USA (2025); Art3fest presso la Galleria Monat Espacio, Monaco, Monaco (2024); e Digital Show Art on Loop presso la Holy Art Gallery, Parigi, Francia (2024).
Il suo lavoro è stato riconosciuto dai media, tra cui un'intervista nel programma Entre Nosotras su Canal 7 Telémetro, Panama, Panama (2024).
Dichiarazione dell'artista:
Il mio lavoro si colloca all'intersezione tra arte e percezione visiva ed esplora i meccanismi attraverso i quali il cervello elabora le informazioni sensoriali. Sono particolarmente interessato al modo in cui le illusioni ottiche e i principi della neuroscienza evidenziano la distanza tra ciò che vediamo e ciò che è realmente presente. Da questa prospettiva, studio come l'arte possa funzionare come campo di sperimentazione per mettere in discussione l'interpretazione della realtà.
I miei riferimenti provengono sia dall'Op Art che dall'Arte cinetica, così come dagli studi di fisica, biologia e matematica, discipline che hanno analizzato la struttura della percezione visiva e l'interazione tra luce, forma e colore. Ricercatori come Richard L. Gregory hanno sottolineato che la vista non è un riflesso diretto dell'ambiente, ma piuttosto un costrutto cerebrale basato su modelli appresi e sul contesto. Questa idea si riflette nel mio lavoro attraverso l'uso di linee, contrasti e strutture precise che generano effetti di instabilità visiva.
Più che la rappresentazione delle immagini, mi interessa sviluppare composizioni che sfidino la certezza visiva dell'osservatore. La precisione formale e lo studio dei confini tra le forme sono elementi chiave della mia pratica, in cui la ricerca sui materiali e sulle tecniche gioca un ruolo fondamentale. In un contesto in cui le tecnologie digitali hanno trasformato la nostra percezione del mondo, ritengo sia importante mettere in discussione i meccanismi attraverso i quali costruiamo la nostra esperienza visiva e cognitiva.