“Non faccio un ritratto, faccio un dipinto. "Henri Matisse
Il nostro incontro con Kosta risale ormai a più di 10 anni fa, da anni desideravamo lavorare con lui su un grande progetto che fa parte di una serie di mostre che faranno il giro del mondo (Hawaii - Los Angeles - Parigi).
Figlio di un architetto, nipote di un papa (sacerdote cristiano ortodosso), cresciuto in Francia con, come sfondo familiare, i tormenti del conflitto jugoslavo, Kosta è cresciuto in un mondo dove convivono bellezza, violenza, fede, speranza e misticismo. Nel 2012 è stato uno degli iniziatori del movimento subrealista, con l'artista serbo Vuk Vidor e l'artista francese Stéphane Pencréac'h, nato in reazione alla concettualizzazione della pittura contemporanea: per questi artisti, l'immagine deve avere la precedenza sull’idea e non viceversa.
Le sue vecchie opere, un misto di misticismo, violenza e dualismo, mostravano un'inversione di valori, un mondo in cui le donne hanno preso il sopravvento sugli uomini e si abbandonano ai crimini più terribili in un'atmosfera giocosa. Con “HAWAII EPIPHANY”, Kosta Kulundzic presenta il culmine della sua ultima ricerca pittorica. Opere potenti, ritratti della vita quotidiana hawaiana, interpretate magistralmente dall'artista e dove si uniscono realismo figurativo ed espressione della sua personale introspezione. Questo dualismo, così presente nelle sue precedenti mostre, sembra essersi spostato in una parte più secondaria della composizione, pur rimanendo incredibilmente presente.
La gnosi dualista è predominante nel lavoro di Kosta. Ci porta a una riflessione sul posto della bruttezza e della violenza nelle nostre società moderne, in opposizione alla bellezza della natura e della gioventù (o della coppia religione/violenza rispetto alla pratica del surf nelle isole paradisiache).
Questa dualità onnipresente nell'opera di Kosta Kulundzic gli permette di dipingere ritratti di famiglia che sono parte integrante del suo percorso di ricerca. “Il ritratto di famiglia” è un nuovo aspetto dell'espressione della sua arte.
Ed è un onore per noi avere la possibilità di realizzare con lui una monografia su questo periodo.
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