Questa mostra personale di Sergio Ceccotti si propone di tracciare, a partire da un insieme di dipinti degli ultimi cinque decenni, alcune delle linee principali che costituiscono l'ossatura del suo lavoro a partire dalla fine degli anni Cinquanta: cinema, thriller, voyeurismo, ansia metropolitana, contemporaneità alienazione.
Sergio Ceccotti indaga il mistero della banalità nascosto negli interni borghesi, nelle camere d'albergo e nelle riconoscibili strade romane o parigine. La sua opera complessa, perché reale e immaginaria, narrativa ed ellittica, intrisa di serietà e umorismo di secondo grado, dà luogo a un'inquietudine enigmatica, a una messa in discussione del visibile, che gli è valsa la distinzione di essere un pittore di " il 'quotidiano insolito' dello scrittore Philippe Soupault.
Un'intervista filmata e un testo di Julie Borgeaud accompagnano la mostra, mettendo in prospettiva le opere esposte con altri dipinti emblematici del suo corpus. Storica dell'arte e curatrice di mostre (Louis Soutter - Victor Hugo, La Maison Victor Hugo, Parigi, 2015; Louis Soutter, le tremble de la modernité, La Maison Rouge, Parigi, 2011), è anche regista e montatrice di audiovisivi e, per Allo scopo di ricostituire i taccuini smontati del designer svizzero Louis Soutter, prende in prestito diverse tecniche utilizzate nelle scienze criminali in cui si è formata. È attraverso un percorso segnato da affinità comuni con la pittura di Ceccotti che Julie Borgeaud tenta di far emergere da quest'ultima le molteplici problematiche di un'opera del genere nel panorama artistico contemporaneo.
Nato nel 1935, Sergio Ceccotti vive e lavora a Roma. Dopo la formazione all'Internationale Sommerakademie für Bildende Kunst di Salisburgo sotto la direzione di Oskar Kokoschka e all'Académie de France di Roma, espone le sue prime opere eseguite in una vena vicina al cubismo, da Giorgio De Chirico al quale è stato paragonato a il suo primo espressionismo e, soprattutto, tedesco. Riprendendo i codici del film noir e del fumetto associati a un insieme di elementi eterogenei che mescolano cultura classica e cultura popolare (letteratura, personaggi di fantasia, fotoromanzi, rebus, giornali, televisione, ecc.), ha sviluppato negli anni '60 un pittura più narrativa che sancisce lo stile “ceccottiano”.
Il suo lavoro è stato oggetto di numerose mostre personali, come recentemente al Palazzo delle Esposizioni di Roma (2018) per la retrospettiva Il romanzo della pittura 1958-2018, all'Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires (2015), alla Musei di Villa Torlonia – Casino dei Principe a Roma (2014), alla Galleria Comunale d'Arte Moderna di Anticoli Corrado (2004-2005), all'Upplands Konstmuseum di Uppsala (1993), alla Galleria Comunale di Arte Contemporanea di Arezzo (1987). Ha inoltre esposto in numerose mostre collettive tra cui Ah, che rebus – Cinque secoli di enigma fra arte e gioco in Italia presso l'Istituto Nazionale per la Grafica di Roma (2010), Arte italiana dal 1968 al 2007 al Palazzo Reale di Roma (2010). Milano (2007), Philippe Soupault, l'ignoto, l'amore, la poesia alla BnF (1997), Die Kraft der Bilder al Martin-Gropius Bau di Berlino (1996), Italia oggi - Italia oggi alla Villa Arson di Nizza (1985 ), 1960-1977 Arte in Italia alla Galleria Civica d'Arte Moderna di Torino (1977). Il suo lavoro fa parte di numerose collezioni: Galleria Nazionale de Rome, MAMbo - Museo d'Arte Moderna di Bologna, Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Arezzo, Lindenau-Museum Altenburg, Bibliothèque nationale de France (BnF)…
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