Bacon – Dali: due artisti che tutto sembra opporsi: istrionico, performer e mistico per uno; macabro, discreto e ateo per l'altro. Anche se la ricerca dell'identità e il difficile rapporto con il padre li rendono personaggi fragili e intrisi di una sorta di rabbia interiore: l'approccio onirico di Dalì gioca a un gioco di specchi con l'oscurità dei dipinti che lo stesso Bacon considera molto meno orribili che reali vita. Considerando che "l'odore del sangue umano non lascia mai i suoi occhi", Bacon rivela le sue lotte interiori, la cui oggettivazione ricorda il principio del metodo paranoico-critico.
Per questo confronto, Dali Paris ha voluto fare affidamento sul pilastro dei due artisti: il loro partner, Gala per uno, John Edward per l'altro. Se l'incontro con Gala costituisce un grande sconvolgimento, rivela a se stesso Dalì come un essere sessuale, un artista, un uomo. Dall'amore cortese all'amore sadico, Dalì esplora l'erotismo con tutta la ricchezza della sua arte. Bacon, dal canto suo, omosessuale fin dalla tenera età, è impegnato nell'esplorazione viscerale della sua sessualità. Così la rappresentazione che ne fa è meno frontale ma non per questo meno penetrante. Dali Paris guarda dal buco della serratura per concentrarsi su due opere specifiche: il pezzo centrale del trittico August (F. Bacon, 1972) e Marianne and the Knight (S. Dali, 1969).
In questa mostra, Dali Paris interroga due artisti raramente opposti tra loro, sulla loro determinazione a maltrattare i corpi, a trasformarli, in modo perverso e adolescenziale per Dali mentre Bacon evoca nevroticamente i corpi, la loro fluidità e i loro fluidi.
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