Il Gioco del Rocchetto, 1952
Massimo Campigli

Dimensioni immagine: 38 x 48 cm. Firmato a mano e numerato. Edizione di 125 stampe. Massimo Campigli (4 luglio 1895 come "Max Ihlenfeld" - 1971) è stato un pittore e giornalista italiano. Nacque a Berlino, ma trascorse gran parte della sua infanzia a Firenze. La sua famiglia si trasferì a Milano nel 1909, e qui lavorò alla rivista "Letteratura", frequentando circoli d'avanguardia e facendo la conoscenza di Boccioni e Carrà. Nel 1914 la rivista futurista "Lacerba" pubblicò il suo Giornale + Strada - Parole in libertà. Durante la prima guerra mondiale Campigli fu catturato e deportato in Ungheria, dove rimase prigioniero di guerra dal 1916 al 1918. Alla fine della guerra si trasferì a Parigi, dove lavorò come corrispondente estero per il quotidiano milanese "Corriere della Sera". Sebbene avesse già realizzato alcuni disegni durante la guerra, fu solo dopo il suo arrivo a Parigi che iniziò a dipingere. Al Café du Dôme frequentò artisti tra cui Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Gino Severini e Filippo De Pisis. Le lunghe visite al Louvre approfondirono l'interesse di Campigli per l'arte egizia antica, che divenne una fonte duratura della sua stessa pittura. Le sue prime opere figurative applicarono disegni geometrici alla figura umana, riflettendo l'influenza di Pablo Picasso e Fernand Léger così come il Purismo di "L'Esprit Nouveau". Nel 1923, organizzò la sua prima mostra personale alla Galleria Bragaglia di Roma. Durante i successivi cinque anni le sue figure svilupparono una qualità monumentale, spesso con pose stilizzate e gli arti intrecciati in una solidità scultorea. L'importanza data all'ordine e alla tradizione, l'atmosfera di serenità e di eternità erano in linea con la ricostruzione postbellica e con il programma degli artisti del "Novecento" con cui Campigli espose frequentemente sia a Milano dal 1926 al 1929 sia all'estero dal 1927 al 1931. Dal 1926 aderì agli "Italiani di Parigi" insieme a Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Renato Paresce, Savinio, Severini e Mario Tozzi. Nel 1928, anno del suo debutto alla Biennale di Venezia, fu molto colpito dalla collezione etrusca visitando il Museo Nazionale Etrusco di Roma Si stacca quindi dalla compatta severità delle opere precedenti in favore di un piano dai toni sommessi e dalle forme schematiche ricche di arcaismi. Durante un viaggio in Romania con la prima moglie Magdalena Rădulescu, inizia un nuovo ciclo di opere raffiguranti donne impiegate nei lavori domestici e agricoli. Queste figure sono disposte in composizioni asimmetriche e ieratiche, sospese su un piano ruvido e materico, ispirato ad antichi affreschi. Queste opere vengono accolte con entusiasmo dalla critica alla mostra tenutasi alla Galleria Jeanne Bucher di Parigi nel 1929 e alla Galleria del Milione di Milano nel 1931. Durante gli anni Trenta tiene una serie di mostre personali a New York, Parigi e Milano che gli procurano consensi internazionali. Nel 1933 Campigli torna a Milano dove lavora a progetti di grandi dimensioni. Nello stesso anno firma il Manifesto dell'arte murale di Mario Sironi e dipinge un affresco di madri, contadine, lavoratrici, per la V Triennale di Milano che purtroppo andrà poi distrutto. Nei dieci anni successivi riceve altre commissioni: “I costruttori” per la Società delle Nazioni di Ginevra nel 1937; “Non uccidere” per il Palazzo di Giustizia di Milano nel 1938, un enorme affresco di 300 metri quadrati per l’atrio, progettato da Gio Ponti, del Liviano di Padova, che dipinge nel 1939-40. Dopo il divorzio del 1939, Campigli si risposa con la scultrice Giuditta Scalini. Insieme trascorrono gli anni della guerra a Milano e a Venezia, poi nel dopoguerra si dividono tra Roma, Parigi e Saint-Tropez. Nel 1943 nasce a Venezia il figlio Nicola. In una mostra personale alla Biennale di Venezia del 1948 espone le sue nuove composizioni: figure femminili inserite in complicate strutture architettoniche. Negli anni ’60 le sue figure si riducono a segni colorati in un gruppo di tele quasi astratte. Nel 1967 a Palazzo Reale di Milano è stata dedicata una mostra retrospettiva a Campigli. Morì nel 1971 a Saint-Tropez. Questa opera d'arte viene spedita dall'Italia. In base alla legislazione vigente, qualsiasi opera d'arte in Italia creata oltre 50 anni fa da un artista deceduto richiede una licenza per l'esportazione indipendentemente dal prezzo di mercato dell'opera. La spedizione potrebbe richiedere giorni di gestione aggiuntivi per richiedere la licenza in base alla destinazione finale dell'opera d'arte.