Movimento futurista

Il futurismo iniziò in Italia nel 1909, inaugurato dall'affascinante Marinetti e dal suo Manifesto del Futurismo. In esso, il poeta promosse progressi tecnici, incoraggiando creativi e intellettuali ad abbandonare i valori conservatori in varie forme artistiche, tra cui letteratura, pittura, architettura, musica, teatro e persino cucina. Evoluzione e modernità sono quindi i due elementi chiave del futurismo e, come suggerisce il nome, i futuristi abbracciarono il futuro e abbandonarono gli approcci tradizionali all'arte. Hanno creato una visione del futuro attraverso le loro opere. I paesaggi sono diventati giungle urbane, popolate da nuove e fiorenti tecnologie come treni, automobili e aeroplani. Il loro entusiasmo per le nuove tecnologie si è riversato nell'uso di tali servizi per diffondere le loro ideologie politiche. I mass media hanno permesso ai futuristi italiani di propagare i loro valori fieramente patriottici e pubblicizzare la loro propensione alla violenza.


Il concetto di movimento era un aspetto essenziale per futuristi come Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Carlo Carrà e Gino Severini: trascrivevano la velocità attraverso l'oscurità, la ripetizione o l'uso di linee di forza. Attraverso la loro arte, questi artisti hanno cercato di catturare la frenesia della vita moderna e il dinamismo delle città in via di sviluppo. Le linee di forza furono avviate dal cubismo e divennero una caratteristica distintiva del futurismo. Colori accesi, soggetti esplosi e pennellate meticolose ed energiche, composizioni turbolente... Anche i critici parteciparono all'espansione del futurismo, sia con i loro elogi che con le loro virulente condanne.


Umberto Boccioni: Se Marinetti era la punta di diamante del movimento, Boccioni ne era il leader artistico. L'importanza dell'influenza di Marinetti fu inevitabile quando Boccioni produsse il Manifesto dei pittori futuristi, in cui elogiava la scienza e la sua capacità di trasformare il mondo.


Giacomo Balla: pittore, insegnante e poeta italiano, Balla ha immortalato la luce, il movimento e la velocità nei suoi dipinti. La sua opera Dinamismo di un cane al guinzaglio del 1912 esplora il concetto di tempo attraverso il movimento di un bassotto al guinzaglio. influenzato dalle rappresentazioni cronofotografiche degli animali, Balla sfuma e ripete i passi del Bassotto, imitando i meccanismi della cronofotografia.


Carlo Carrà: Anarchico e pittore, Carrà è una figura chiave del movimento futurista, firmò il Manifesto dei pittori futuristi. La sua opera più nota è I funerali di Galli l'anarchico, realizzata nel 1911.


Joseph Stella: Si tratta di un pittore americano, sostenitore del movimento futurista negli Stati Uniti Uniti, in particolare nella scena artistica di New York. La sua prima opera futurista fu Battle of Lights, Coney Island, Mardi Gras (1913-14), che catturò la vivace atmosfera di Coney Island in un vocabolario visivo.


Gino Severini: pittore italiano, conobbe Boccioni nel 1900, e firmò anche il Manifesto dei pittori futuristi. Tuttavia, a differenza dei suoi cofirmatari, preferiva trasmettere il movimento attraverso la danza piuttosto che attraverso la tecnologia

Luigi Russolo: Autore di L'arte dei rumori, Russolo fu uno dei primi artisti del rumore e fu anche pittore , compositore e costruttore di strumenti musicali.


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