Bernard Pras

Dopo aver trascorso parte della sua infanzia nella drogheria della nonna, mantiene un rapporto forte e privilegiato con oggetti e inventari di ogni tipo. Alla confluenza della pop art  e la performance, in un continuo avanti e indietro tra figurazione e deturpazione, Bernard Pras difficilmente può suscitare indifferenza...

Laureato alla Scuola di Belle Arti di Tolosa nel 1974, Bernard Pras divenuto un virtuoso della tecnica dell'anamorfosi, accostamento e sovrapposizione di oggetti eterogenei ma scelti con cura per entrare in risonanza con il soggetto, creò un'immagine leggibile da un unico punto da un punto di vista prestabilito e privilegiato. È dell'arte della prospettiva segreta quella di cui parla Dürer.

Christian-Louis Eclimont dice di lui:

"Atleta dell'ottica, Pras va costantemente avanti e indietro tra l'infinitamente composito e l'infinitamente composto, usando l'occhio come un dispositivo di riflessione che registra il disegno proiettato."

Scambiando i suoi pennelli e il dipingendo con la mano, l'oggetto e la macchina fotografica, dal 1998 si è appropriato delle immagini di molteplici icone della storia dell'arte e della società contemporanea. Il colore e il tocco diventano un oggetto, la composizione un'installazione scandita da decine di scatti e la perpetuazione dell'opera a fotografia. Senza la fotografia, le installazioni di oggetti che disegnano e riempiono lo spazio resterebbero privilegio di pochi, unici spettatori di questa metamorfosi, dove il recupero diventa arte.

Senza questo punto finale che è l'ultimo scatto scandito da un lampo di luce, dove l'artista trasforma le tre dimensioni in due sole per il più grande piacere dei nostri sguardi attoniti, l'opera di Bernard Pras non potrebbe esistere.