Ho conosciuto Anne Deval fin dall'inizio della mia attività artistica. Mi è subito piaciuto il suo lavoro, incontrato in fondo a un cortile nel quartiere della Bastiglia. Profondo, misterioso, elegante, semplicemente bello. Anne ha fatto quello che mi aspetto da un artista: portarci in un modo nuovo in un altro luogo che ci aiuta ad andare oltre le visioni quotidiane.
Questo è quello che mi dicono tutti coloro che ammirano le sue sculture ieratiche in galleria: certo, ci ricordano le civiltà lontane che Anne adorava, ma ci permettono anche di vedere, di pensare a qualcos'altro, di molto profondo, di molto forte. che ci parla molto, perché ci parla di noi stessi. Anne conosceva bene gli splendori dei tempi passati che racconta in qualche modo nelle sue opere. Ma era interessata anche alle vulnerabilità e alle fragilità dell'uomo di cui ci parla il suo lavoro. Li sperimentava ogni giorno dando lezioni di modella a persone affette da disabilità mentale. Amava farlo e lo faceva con grande generosità.
Di carattere forte, Anne non era il tipo che si lamentava di nulla. Perché ha trovato nel silenzio del suo studio il luogo del mistero della creazione, che permette all'artista di toccare l'essenza stessa della bellezza. Ciò le dava energia vitale e senza dubbio la faceva sperare, al di là delle difficoltà, delle piccole e grandi miserie. Anne Deval ci ha lasciato troppo presto, ovviamente, ma conserviamo le sue opere uniche e magnifiche che le somigliano così tanto.
-Guillaume Sébastien
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