“Ho due grandi preoccupazioni: quella di un tipografo e quella di un pittore astratto.
La preoccupazione per la bellezza delle lettere e quella della riproduzione pittorica di una visione interiore.
Da un lato, tendo a trovare un equilibrio tra una parola e la sua forma calligrafica.
D'altra parte, cerco la plasticità ottica attraverso il mezzo della pittura.
Queste due ricerche si sovrappongono o si fondono a seconda dei lavori.
Da bambino ero attratto dalle mappe in rilievo che avevamo in classe.
Questo è ciò che ha ispirato il mio nome d'artista.
Ero anche sensibile alle illusioni ottiche e ai graffiti.
È il sincretismo di queste attrazioni che ha dato vita all'opera che potete contemplare in questa galleria.
Inoltre ho la tendenza a vedere il mondo piatto, come un planisfero.
Nei miei quadri cerco questo confine tra la seconda e la terza dimensione.
Dall'oggetto tridimensionale alla sua immagine piatta, dalla luce artificiale alla sua trasposizione pittorica, dalla parola alla sua forma universale, cerco di rivelare il mio processo creativo moltiplicandolo, offrendo diverse sfaccettature di questa trasformazione - come una continua esplorazione tra astrazione e realtà.
L'Atlante
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