Raya Sorkine

Nato a Parigi nel 1936, Raya rimase nascosto durante la guerra con sua madre, un'immigrata ebrea russa, e con la famiglia materna di cui adottò il nome. Questa atmosfera slava e semitica ebbe su di lui un profondo impatto. Non smette mai di cercarlo e di trascriverlo attraverso i suoi dipinti. Sebbene sia nato in Francia, sente la Russia scorrergli nelle vene. Una Russia che non ha mai conosciuto se non nel suo respiro, nei suoi sogni, nel ricordo di una madre. Raya è, come si dice, “un figlio del pallone”.

All'età di dodici anni, lascia la scuola e, appena quattordicenne, armato di un piccolo quaderno per disegnare, si mette in viaggio come un nomade. Dorme sotto le stelle. Europa, Scandinavia, Medio Oriente… va ovunque, disegnando o dipingendo. Successivamente acquistò una roulotte per continuare i suoi viaggi. Nel corso della sua vita errante, durata quasi vent'anni, sparse i suoi numerosi dipinti in tutto il mondo, sposò quattro donne dalle quali ebbe sette figlie.

Raya Sorkine confronta il visitatore con un vero e proprio fuoco di artificio pittorico. Qui abbiamo un pittore della gioia, dell'amore che segna la sua eredità. È l'erede di una delle rivoluzioni più ricche della storia dell'arte, avendo sperimentato il classicismo, l'impressionismo e il neo, l'esplosione dell'arte moderna e delle sue molteplici scuole, Cézanne, Pablo Picasso e Marc Chagall.

Lui dipinge di notte ascoltando la “sua musica” (cosmica o religiosa). La sua pittura è profondamente slava e profondamente ebraica.