Mostra personale di Taisia Korotkova Imaginary Destinations. Stop “Forêt de Compiègne” è composto da acquerelli che combinano diversi tipi di oggetti scientifici, centrali elettriche, fotovoltaico ma anche funghi, rettili, piante, uccelli, intelligenza artificiale e esseri umani. Rappresenta anche microrganismi generalmente invisibili a occhio nudo, ma che svolgono un ruolo importante nell'ecosistema terrestre. Li ingrandisce per renderli visibili, per svelare la loro importanza nella vita di un pianeta, la loro bellezza e la loro diversità.
Taisia Korotkova cerca di rappresentare un mondo che imparerebbe a vivere senza l'uso di combustibili fossili, in cui l'uomo non si sentirebbe più il centro dell'universo e in cui la natura e lo stato della Terra sarebbero attentamente protetto. In un certo senso, possiamo interpretarlo come la terraformazione del nostro pianeta.
Per la mostra a Compiègne Taisia presenta opere dedicate alla Foresta di Compiègne e ai suoi straordinari alberi. Li immagina ancora vivi in un lontano futuro, sopravvissuti e quindi osservati con ammirazione dagli scienziati.
Taisia Korotkova
La foresta di Compiègne e il suo possibile futuro
Paolo Ardenne
Artista russa attiva dagli anni 2000, Taisia Korotkova (Mosca, 1980) è diventata nota per le sue curiose composizioni iperrealistiche ispirate al mondo della produzione, delle fabbriche e dell'ingegneria all'avanguardia. Dare rappresentazione al mondo dello spazio o della conquista atomica, a quello delle biotecnologie, a quello, ancora, dei laboratori o dei lontani spazi sperimentali dell'ex Unione Sovietica o della Russia contemporanea assume le sembianze di un'indagine puntuale, attraverso un'indagine quasi fotografica trattamento dell'immagine pittorica. Taisia Korotkova, testimone dei mutamenti del mondo, e in particolare di quelli tecnologici, rende emblematico un universo raramente avvicinato dagli artisti visivi, quello della tecnica in azione e dei suoi attori, spesso anonimi, a cui si avvicina il più possibile con un stile grafico, vicino al documentario.
Rivisitare
L'artista, giunto a Compiègne all'inizio del 2023, si ispira alla mitica foresta locale. Questa rinomata zona forestale, ricca dei suoi 15.000 ettari di superficie, delle sue migliaia di specie vegetali e animali e della sua numerosa popolazione di querce e faggi, è anche ricca del suo passato storico, quello delle cacce reali di Francesco I e della silvicoltura sviluppi di Napoleone I per l'imperatrice Maria Luisa (la famosa svolta dei Beaux-Monts). Indulgere in un'arte paesaggistica classica nella grande tradizione francese della scuola di Barbizon o degli impressionisti? Evolviamo invece. Taisia Korotkova, invece, rivisita il sito a modo suo, insolito ma, come vedremo, tutt'altro che incoerente.
I buoni conoscitori della foresta di Compiègne, nella serie di acquerelli realizzati in questa occasione, riconosceranno il cartello indicatore situato al bivio delle Dryades, sull'altopiano di Voliard. L'artista, che rappresenta la figura, ci offre però una percezione inaspettata. Intorno all'albero di pietra, sotto un cielo saturo di voli di insetti o di uccelli potentemente invadenti, si sono formati finti alberi dotati di pannelli solari mentre quello che sembra uno specchio aereo, un satellite o un drone sorvola la scena. Cosa sta succedendo ? Quello che è successo ? Una visione postapocalittica come questa? La visione anticipata del futuro delle nostre foreste, rese anemiche, minacciate da ogni parte dall’assalto del riscaldamento globale, da un’agroforestazione aggressiva e da megaincendi? Ci crederesti.
fantascienza
Le immagini della foresta di Compiègne che Taisia Korotkova ci offre qui giocano la loro parte nel paesaggio forestale, attraverso la citazione concreta di luoghi riconoscibili o alberi venerabili: una creazione in situ. Ma trasfigurando questo panorama, presentandolo come potremmo affrontarlo tra qualche decennio, se la crisi climatica che stiamo vivendo dovesse persistere. Un'immagine dell'Antropocene, quindi, una messa in prospettiva, attraverso l'immagine dipinta, delle devastazioni biotopiche dell'"età dell'Uomo" e, poiché l'essere umano moderno non ama le sconfitte, dei mezzi che sta e metterà in atto per limitare il danno, se possibile.
Taisia Korotkova, seguace, in questo caso e in tal modo, di una creazione “fantascientifica”? non c'è dubbio. La fantascienza può essere percepita diversamente. Come una fantasticheria sulla forma e sulle deviazioni del futuro. Ancora una volta, come un'apertura mentale per pensare al mondo in modo diverso, oltre la realtà. Anche la fantascienza è una forma di indagine su quello che potrebbe essere il nostro futuro, un punto di vista argomentato, in modo duplice, attraverso la deduzione e l’immaginazione. Attraverso il suo lavoro di artista, Taisia Korotkova adotta tutti questi approcci, tutti questi modi di intendere la fantascienza, con però questo obbligo che chiameremo razionalista: non aprire la prospettiva fino al delirio e, per lo meno, , al contrario, contenersi nel perimetro del possibile.
Rimani credibile
Perché nulla, nelle immagini che questo artista ci offre degli alberi della foresta di Compiègne, è propriamente improbabile. Il bosco è malato, soffre di stress idrico, l’oidio corrode il bosco e le specie animali disertano? È tempo che gli scienziati in camice bianco si avvicinino al suo capezzale, si spera con un certo successo. In questa stessa foresta, l’evoluzione biologica non sembra più seguire un corso normale, tra devastanti invasioni di storni, impollinatori isolati, cieli carichi di carbonio e improbabili incidenti climatici? Mettiamo questo ecosistema in pericolo sotto stretta sorveglianza e sotto perfusione, con l’aiuto della tecnologia. Le specie parassite qua e là danno la bizzarra impressione di proliferare senza motivo? È giunto il momento che la tecnologia più avanzata, i suoi ricercatori e ingegneri sul campo prendano in mano la situazione. Dispositivi di osservazione, robot, sonde, pannelli solari, dunque, trovano lì un posto atteso, addirittura benefico: i vettori, gli artigiani della salvezza.
La foresta, insieme? Il bosco così preso in carico dalla mente e dalla mano dell'uomo, in maniera energica e propositiva, cessa di essere uno spazio lasciato al proprio sviluppo. Eccola presto equipaggiata come una paziente che si prepara a un intervento chirurgico e la troviamo trasformata, per usare le parole di Pierre Legendre (La fabbrica dell'uomo occidentale), in un "teatro medicalizzato", in uno spazio ibrido soggetto alla più alta sorveglianza. Cosa, per il saldo di tutti i conti? Il bosco-bosco ha fatto il suo tempo, la crisi ecologica che stiamo vivendo ne fa un bosco-laboratorio, un Wood Lab Space all’aria aperta e sotto cieli inclementi.
Cura e servitù
Uno degli autori preferiti di Taisia Korotkova, lo scrittore e saggista polacco Stanislaw Lem, ha fatto nel secolo scorso della fantascienza un vero e proprio operatore di intelligibilità, una base riflessiva per pensare al nostro futuro e al nostro destino (vedi la sua Summa Technologiae, profetica, pubblicata nel 1964). Lem punta sulla tecnologia per invertire il corso disastroso delle cose, sottolineando al contempo la natura disumana dell’inflazione tecnica che l’accompagna – un regno di macchine, dispositivi e gestione automatizzata che d’altro canto lascia poco spazio al libero arbitrio umano. Prendersi cura, in sostanza, equivale a schiavizzare.
Taisia Korotkova, anche lei artista profetica, con la testa e la mano nel fogliame e nell'attrezzatura dell'era elettro-digitale che è la nostra, non significa nient'altro per noi.
Paul Ardenne è uno scrittore e storico dell'arte. È in particolare autore di Arte, presente (2010) e Un'arte ecologica. Creazione visiva e antropocenica (2018).
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