Montaggi, sovrapposizioni, esposizioni multiple: il lavoro di Matthew Porter (nato nel 1975 in Pennsylvania, Stati Uniti) utilizza esperimenti con tecnologie vecchie e nuove, per esplorare le possibilità di costruzione e manipolazione dell'immagine. Le sue fotografie sono composte da collage con riferimenti storici e culturali con cui fa coesistere elementi disparati. Nella sua prima mostra personale in Francia, presso la galleria Xippas Paris, l'artista newyorkese presenta una serie ispirata al vocabolario delle avanguardie.
Per Matthew Porter la pellicola è simile a una tela: la trasparenza della pellicola argentata permette di scrivere linee di luce sulla superficie, strato dopo strato, creando un complesso agglomerato di forme. La fotografia quindi non cerca di catturare l'attimo, ma è il culmine di un lungo processo di sviluppo. Il risultato sono composizioni attentamente costruite: dopo il primo scatto segue un disegno preparatorio che consentirà di posizionare gli oggetti e calcolare i successivi tempi di esposizione, nonché ulteriori manipolazioni digitali.
Scattate nello studio di suo padre, uno scultore segnato da influenze moderniste, le fotografie di questa serie si concentrano sui detriti della produzione delle sue opere: pezzi di legno e acciaio inutilizzati. Aggiungendo un tocco un po' nostalgico a quest'epoca passata, Porter dona una seconda vita a questi residui destinati ad essere gettati via. Pezzi di metallo, ritagli di legno, trucioli e utensili sono appoggiati a terra: a queste composizioni in bianco e nero dove gli oggetti si trasformano a volte in modelli di città utopiche, a volte in costruzioni Bauhaus, si aggiungono una ruota dentata, una chiave inglese o addirittura un foglio di metallo tagliato, fluttuante sopra l'immagine grazie a esposizioni multiple. Il metallo sbiancato dall'abbagliante luce del sole e le ombre quasi nere creano zone di vuoto assoluto, come se queste forme fossero ritagliate dalla pellicola fotografica, rendendo quasi palpabile la materia del legno, del cemento o del metallo.
Nello spazio espositivo, due fotografie a colori, intrise di una certa aspirazione a un tempo passato o a un luogo lontano e probabilmente inesistente, incorniciano le immagini in bianco e nero, creando una sorta di parentesi.
Queste fotografie di fogliame, scattate in studio, richiamano la vegetazione tropicale ed evocano la possibilità di fuga. Proprio come gli artisti dei secoli passati che cercavano ispirazione lontano dalla civiltà occidentale, lo spettatore, grazie a queste immagini, è immerso in una rinnovata ricerca dell'incerto, del miraggio.
Soggetti cari alla fotografia d'avanguardia: oggetti comuni, strumenti e, più in generale, la poesia della vita quotidiana e della meccanica, vengono reinventati nel lavoro di Matthew Porter. Secondo le parole di Rosalind Krauss per la quale l'originalità (caratteristica principale dell'avanguardia) non è tanto un'invenzione formale, ma l'espressione della personalità dell'artista che possiede un infinito potenziale di rigenerazione, Matthew Porter si addentra in un universo personale creare immagini in cui piani moltiplicati racchiudono diverse realtà e temporalità.
In bilico tra riferimenti alla storia dell'arte e il tentativo di liberarsene scrivendo la propria, le immagini di Matthew Porter giocano sul divario tra nostalgia e presente, materiale e immateriale, statico e dinamico.
Matthew Porter si è diplomato al Bard-ICP nel 2006, ha partecipato a numerose mostre istituzionali: “After Photoshop” al Metropolitan Museum Art (New York, 2012), “Perspectives 2010” all'International Center of Photography (2010). Recentemente ha preso parte a mostre collettive al George Eastman Museum di Rochester (2016), al Foam, Amsterdam, Paesi Bassi (2014).
In Francia, il suo lavoro è stato esposto nella mostra “Autophoto” alla Fondation Cartier (2017).
La sua prima monografia “Archipelago” è stata pubblicata da Mack Books nel 2015. Il suo lavoro fa parte della collezione permanente del Metropolitan Museum of Modern Art, New York.
Nel 2016, Matthew Porter è stato invitato dalla casa di Christian Dior a creare il design per una linea di borse e accessori per il progetto Dior Lady Art.
Matthew Porter è rappresentato dalle gallerie M+B, Los Angeles e Invisible Exports, New York. Vive e lavora a Brooklyn, New York.
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