
Biografia
L'opera plastica di Alexandre Mussard (nato nel 1984, Parigi) prosegue, per via indiretta, rimanendo ai confini della scultura e della scenografia, la formazione di designer che l'artista ha ricevuto alla Scuola Camondo, all'ESAD di Reims e all'Académie Charpentier.
Conservando solo gli scheletri dei mobili che aveva allora tentato di creare, questa mostra è organizzata in due grandi gruppi, quello delle “sedie”. e quello dei “cuscini”. Spazio di rifugio, immobile e mentale, emancipato dal regno dell'utilità, le sue creazioni appaiono come un'alternativa alle relazioni umane, fatte di corpi e parole.
Offrono una prospettiva allegorica e ironica, dove ogni pezzo prende vita e dialoga con chi gli sta accanto, come sul palco di un teatro ghiacciato. Spopolate ed emaciate, animano l'inanimato, interrogando lo spirito che innerva le strutture più elementari. Parlano della solitudine e dell'inquietudine degli esseri, dell'inevitabile proiezione implicita nella presenza, anche minima, degli oggetti intorno a noi la cui sola ubicazione ha un senso. “Preferisco gli oggetti agli esseri umani”, dichiara, “gli oggetti non ci deludono mai, non ci danneggiano mai... A volte possono raggiungere anche la perfezione”.
Una volta raggiunta la loro forma più semplice, queste “sedie” e questi “cuscini” tessere relazioni che, per quanto silenziose e colorate possano essere, restano tuttavia infinitamente soggette a interpretazione. Se c'è perfezione è da ricercarsi nel vuoto dove fioriscono queste sagome filiformi. Il punto qui è, chinandosi verso di loro, sentirli sussurrare.