
Francia
• 1969
Biografia
Stevens è nato e lavora a Parigi. Formatosi alla scuola di design di Penninghen, si dedica molto presto alla scultura. Il suo materiale preferito è l'acciaio, di cui sfrutta la plasticità creando complesse costruzioni spaziali. Stevens ha esplorato instancabilmente le proprietà dell'acciaio; a volte smaltato, a volte spazzolato, a volte ossidato, a volte ricoperto di immagini digitali o di bianco opaco, il metallo così come viene modellato moltiplica le illusioni. Broken Clouds è una serie di nuovi pezzi che spingono ancora oltre gli effetti ottici ottenuti attraverso un intenso lavoro su volume e prospettiva. La metafisica dei cubi Stevens dice che per creare ha bisogno del cielo. Non è certo un caso che occupi un'intera sezione del suo laboratorio. Uno spazio confinato e allo stesso tempo spalancato verso l'orizzonte, il suo studio è una camera oscura in cui l'artista condensa e rifrange il cosmo. Ciascuna delle sue sculture materializza una visione interiore. Sospese tra l'assenza di gravità di uno sguardo mentale e la gravità del metallo, le sue composizioni a geometria variabile rimandano, dice, alla metafisica. C'è infatti nel suo lavoro di assemblaggio una messa in discussione dell'origine e dei confini della realtà, ma anche la ricerca di un ordine. “Mi chiedo, cerco”, dice l'artista. In questa metafisica dei cubi, l'Odissea nello spazio si fonde con l'archeologia. Seguendo una logica artistica che è anche una necessità interiore, Stevens traccia il suo solco: “Lavorando mi avvicino a ciò che cerco”. È così che ogni pezzo porta all'altro, come la visione si affina e si rinnova. Con la serie Broken Clouds, Stevens dice di centrare il suo obiettivo il più vicino possibile.
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