

Biografia
Il suo vero nome è Claude Hilaire, cresciuto in una famiglia di artisti. Suo padre e sua madre sono pittori, il suo unico zio è un musicista. Suo padre, Camille Hilaire, acquisirà una notorietà che sopravviverà alla sua morte nel giugno 2004. Dopo un periodo di allontanamento, pur praticando approcci alla pittura molto diversi, a partire dagli anni '80, nascerà un rapporto affettivo molto stretto che durerà fino alla morte di Camille. morte.
Hastaire inizia ad essere riconosciuto alla fine degli anni '70. Le sue opere pittoriche sono esposte in diversi spazi in Europa, Stati Uniti, Canada, Giappone, Corea: Aaron Gallery, (1976, Washington DC), Palais de Tokyo, Femis (Parigi). Centro per le arti plastiche, Parigi (1991), Museo Goya, (1990, Castres), Museo Rimbaud/Musée de l'Ardenne, Museo d'arte contemporanea di Dunkerque, Parigi/Seoul, Francia/Giappone, La Galerie (1990, Oslo), L 'Embarcadère (2008, Montceau), Artcurial, (2004, Parigi). Shanghai, retrospettiva, (Padiglione Francese 2010).
L'indipendenza di Hastaire, la sua sfiducia nei confronti delle istituzioni statali o private, il suo gusto smodato per i viaggi lo allontanano rapidamente dalla ricerca di una posizione comoda nel consueto mondo della pittura. Poco incline alle mode, non più desideroso di prosperare grazie ad un partito, ad alcuna autorità e, sebbene il suo lavoro sia stato riconosciuto molto presto da Musei, Centri d'Arte Contemporanea e Gallerie di qualità, ha scommesso su una scelta rischiosa: quella di restare solo. , solo nel particolare percorso della sua opera pittorica.
Questa libertà desiderata e rivendicata, con i pericoli che comporta, è un riflesso delle libertà prese dall'artista nel corso della sua carriera. Come le tracce, le impronte chiare che le sue opere lasciano nelle loro divisioni, Hastaire è un vero nomade. Essere parte di una corrente o controcorrente gli è estraneo. Si lascia scivolare verso i suoi desideri di sconosciuto per scoprire costantemente. Certamente parte da un certo momento della storia della pittura ma lo usa come trampolino di lancio per rientrare nel suo mondo particolare. E questo mondo sarà fatto di rimbalzi. Ci sarebbe in questo artista una propensione a esaurire i suoi temi fino a un punto di saturazione - pittorica, intellettuale - che gli lascerebbe poco più che la scelta di rischiare qualcos'altro, fino all'esaurimento di quest'ultimo e quindi immediatamente... ( Edith Charlton)
Come scrive Stéphane Hessel nella prefazione al catalogo della mostra di Hastaire al Municipio di Trouville nel 2008: "...Sono stato subito sensibile all'opera di quest'uomo mai stanco, scavando con il bisturi della sua cultura profusa in tutti i volti e tutte le sfaccettature di questa pratica sempre rinnovata che è la voglia di dipingere.
Tocca a noi innanzitutto guardare questa raffinata opera, entrarvi come in uno spazio tanto limpido quanto segreto, tanto accogliente quanto confuso, uno spazio che non si tratta di conquistare ma di lasciarsi conquistare. conquistarti.
E allora è opportuno scoprire le sue parole, leggere i testi dove ha saputo esprimere, a volte con rabbia, sempre con franchezza e sottigliezza, quale dovrebbe essere il rapporto tra il creatore d'arte e le sue due creature: l'opera e il suo spettatore. ....".
Hastaire è morto il 17 febbraio 2020 a Trouville.