
Francia
• 1992
Sono pronto a perdermi nel mistero dell'ignoto.
Biografia
Giovane artista orléans, Hugo Cesto si è affermato sul mercato dell'arte come uno degli artisti più apprezzati. Autodidatta, ha iniziato con i graffiti all'età di 13 anni ma ha abbandonato l'arte del lettering per il disegno, che era più atemporale e libero per la sua pratica. Ex direttore artistico della famosa casa di alta moda Junko Shimada, ora firma un contratto in esclusiva in una prestigiosa galleria parigina.
La sua pittura trae ispirazione dai graffiti per elaborati lavori di movimento e colori. Le sue creazioni, piene di vivacità, oscillano tra street art e fine art. Ciascuna delle sue opere trasmette un messaggio, interroga la nostra società. I colori esaltano la gioia e la semplicità della vita pur riuscendo ad affascinare. Mettere in discussione l'individualità radicata nella società moderna, offrire uno specchio alle nostre emozioni e tessere il legame invisibile tra realtà e sogno, questa è la sfida raccolta da Hugo Cesto, in uno scenario di accresciuta sensibilità.
“Maschere e uccelli. Questi due soggetti sono per me un'allegoria dell'artista (…) Pensiamo a “L'Albatross” di Baudelaire (titolo della mia seconda mostra nel novembre 2013). Le maschere (preferisco chiamarle “maschere” piuttosto che “teschi” o “volti” perché questo evoca meglio il loro ruolo mistico nella mia arte) permettono la personificazione di uno stato d'animo dell'artista.
Più che una semplice rappresentazione, illustrano i sentimenti in modo infinito e mutevole.
Scompongono precisamente le emozioni umane e i diversi stati del subconscio (…) Gli uccelli in volo sono l'emblema dell'artista ma più in generale dell'individuo compresso sotto la struttura sociale e della città. Le esilaranti maschere interrogano e scrutano i passanti con ironia! (…) Insisto volontariamente sull’idea che per me ogni opera ha un significato mistico, sacro, in questo senso la nozione di atemporalità è essenziale”, spiega Hugo Cesto.
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La sua pittura trae ispirazione dai graffiti per elaborati lavori di movimento e colori. Le sue creazioni, piene di vivacità, oscillano tra street art e fine art. Ciascuna delle sue opere trasmette un messaggio, interroga la nostra società. I colori esaltano la gioia e la semplicità della vita pur riuscendo ad affascinare. Mettere in discussione l'individualità radicata nella società moderna, offrire uno specchio alle nostre emozioni e tessere il legame invisibile tra realtà e sogno, questa è la sfida raccolta da Hugo Cesto, in uno scenario di accresciuta sensibilità.
“Maschere e uccelli. Questi due soggetti sono per me un'allegoria dell'artista (…) Pensiamo a “L'Albatross” di Baudelaire (titolo della mia seconda mostra nel novembre 2013). Le maschere (preferisco chiamarle “maschere” piuttosto che “teschi” o “volti” perché questo evoca meglio il loro ruolo mistico nella mia arte) permettono la personificazione di uno stato d'animo dell'artista.
Più che una semplice rappresentazione, illustrano i sentimenti in modo infinito e mutevole.
Scompongono precisamente le emozioni umane e i diversi stati del subconscio (…) Gli uccelli in volo sono l'emblema dell'artista ma più in generale dell'individuo compresso sotto la struttura sociale e della città. Le esilaranti maschere interrogano e scrutano i passanti con ironia! (…) Insisto volontariamente sull’idea che per me ogni opera ha un significato mistico, sacro, in questo senso la nozione di atemporalità è essenziale”, spiega Hugo Cesto.
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