
Li Lihong
Cina
Rachel Kah è nata nell'est della Francia nel 1971.
Destinata a una grande carriera come ballerina, un capriccio del destino mette definitivamente fine alla sua vocazione.
Allora ciò che il suo corpo non potrà più esprimere, lo faranno l'occhio e la mano.
Rachel Kah si è poi iscritta alla Scuola Nazionale di Architettura di Marsiglia dove ha conseguito il diploma di architetto DPLG. Il suo lavoro viene notato da Rodolphe Luscher, architetto di fama internazionale, che si offre di collaborare con lui nel suo laboratorio di Losanna. La giovane diventerà responsabile dei progetti architettonici e di pianificazione territoriale. Contemporaneamente progetta mostre al Far (Forum d'Architectures de Lausanne) e all'ETHZ (Istituto Federale di Tecnologia di Zurigo).
Allo stesso tempo, Rachel Kah non smette mai di creare dipinti, sculture... finché non finisce per dedicarsi completamente ad essi.
Si occupa principalmente di sabbia ma anche di materie prime come cemento, zinco, terra, acciaio, ruggine o cenere. Predilige l'opera di materiali vivi, restrittivi, potenti, brutali, intrisi di vite antiche, attraverso le quali, al contrario, vede solo la grazia e la delicatezza dell'opera del tempo.
L'artista crea opere astratte che sono allo stesso tempo ruvide e aeree.
Cerca l'equilibrio tra tracce, cicatrici e impronte, catture di violenza domata.
Tende a delineare la perfezione di uno stato effimero e impalpabile, eppure costretto a una perenne incompletezza. L'intenzione del gesto è evidente. I materiali si confrontano. Le tracce si intromettono. L'attimo fuggente si blocca.
Inoltre dà vita o meglio intenzione a sculture filiformi, aggraziate, imperfette ed eteree.
La sua mente vede, ma non sa nulla. Il suo corpo lo sa - o crede di saperlo - e le sue mani ne diventano lo strumento, quasi suo malgrado. Scolpisce la ferita e la vulnerabilità segreta degli esseri, ossessivamente, incessantemente e che diventano irrimediabilmente “The Alone Man” tra le sue dita.
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