A partire dal carattere illustrativo, dal livello di registro, dagli elementi tematici, dalla tecnica di costruzione o come oggetto mnemonico (di memoria), l'appropriazione nelle arti visive consente un certo nomadismo culturale e un eclettismo stilistico che funziona secondo il principio della citazione.
Come pratica creativa, gli artisti prendono elementi, riferimenti da altre opere per creare un pezzo completamente nuovo in cui l'appropriazione viene ricontestualizzata dandogli un significato attuale.
Questi “prestiti iconografici” comunicano il ruolo dell'arte nella cultura come modello ideologico, che ne oscura i meccanismi di costruzione, e presuppone l'utilizzo di diverse fonti di ispirazione che si scontrano nell'opera per accentuarne il carattere figurativo.
In un altro contesto la citazione si riferisce ad un incontro, ad un'attività sociale svolta, ad un sistema divulgativo dove spesso più persone utilizzano giochi, regole o rituali.
I due aspetti della parola danno luogo ad uno scambio di informazioni: tra le diverse immagini che convivono nel dipinto, e uno scambio interpersonale e relazionale.
In un doppio standard, con CITERE, GALERIA AZUR innesca un incontro intimo tra il visitatore e l'opera, un appuntamento con l'arte, con i creatori e con lo spazio; mentre espone all'interno delle sale alcuni incontri di artisti.
L'uso di citazioni riferite a un evento, un'immagine, una frase - una risorsa comune durante la postmodernità - diventa un processo visivo per orientare il discorso estetico, la postura e/o gli interessi dell'artista. In CITERE è l'arte stessa, nella sua inevitabile messa in discussione, a proclamare il rapporto con i riferimenti culturali degli artisti, soprattutto perché corrispondono alla storia delle opere, ergo, alla storia dell'arte.
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