Jean Dupuy è nato a Moulins in Allier il 22 novembre 1925 del segno zodiacale: Sagittario.
Dopo un periodo lirico molto parigino, ispirato da artisti informali: Jean Degottex, Hans Hartung o Georges Mathieu. L'interesse e il relativo successo di pubblico (Un vantaggio: i suoi quadri astratti fanno riferimento ai salotti delle buone vecchie case dell'Alvernia, deve piacere a Valérie Giscard d'Estaing. Per fortuna ne ha rimasti meno) lo spingeranno a completare l'avventura gettandone la maggior parte nella Senna (1967) per dedicarsi, dalla fine degli anni Sessanta all'inizio degli anni Settanta, all'arte meccanica e tecnologica con la quale ottenne un grande successo durante la mostra "The Machine" a New York dove mosso. Il suo incontro con un centro del mondo artistico: dinamico, impegnato e particolarmente divertente, il cui fulcro è George Maciunas, sarà decisivo nell'organizzazione della sua nuova produzione di No-production for future.
*1968 - Seguendo una “cascata di coincidenze”, secondo le sue stesse parole, Jean Dupuy crea la sua opera Pyramid Cone; parallelepipedo in legno e vetro al centro del quale un quadrato di gomma è illuminato da un proiettore e sul quale poggia un pigmento organico rosso (Lithol Rubin a bassissima densità: 1,56). Un altoparlante, posto sotto il quadrato di gomma, è collegato ad uno stetoscopio elettronico. Il battito cardiaco dello spettatore funge da motore della macchina. Amplificati dal sistema elettroacustico, fanno vibrare la membrana di gomma e sospingono ritmicamente la polvere nell'aria, che definisce nel raggio di luce, per effetto ottico, una forma allo stesso tempo circolare nella parte superiore e piramidale nella parte superiore. base. Questa scultura di polvere ha vinto il concorso lanciato da Experiments in Art and Technology, guidato da Robert Rauschenberg e Billy Klüver. Esposto al MoMA, nell'ambito della mostra The Machine as Seen at the End of the Mechanical Age organizzata da Pontus Hulten, viene presentato contemporaneamente al Brooklyn Museum, in occasione della mostra Some More Beginnings. Ileana Sonnabend acquistò quindi una versione della Piramide del Cono e invitò Jean Dupuy a unirsi alla galleria da lei diretta, dove rimase fino al 1973. Durante questi anni, con l'aiuto finanziario senza riserve di Ileana Sonnabend, si dedicò a una pratica artistica tecnologica, per rivelare meglio all’osservatore elementi solitamente invisibili.
1969-1972: Durante questi quattro anni, la galleria I. Sonnabend gli dedica quattro mostre, due a New York, due a Parigi. A Jean Dupuy vengono offerte anche diverse mostre personali in istituzioni come il Whitney Museum e il MoMA, a New York; i musei di arte moderna di San Francisco e Detroit; l'ARC, Museo d'Arte Moderna della Città di Parigi; il Museo e Teatro dell'Alhambra di Bordeaux, nell'ambito di S.I.G.M.A. Espone inoltre alla Hayden Gallery, M.I.T., Boston; presso la State University di Buffalo, New York. ; al Connecticut College for Women; all'Università di St. Thomas, Houston; presso il W.P.A. Galleria, Washington DC; alla Galleria Toselli, Milano...Partecipa a diverse mostre collettive negli Stati Uniti, Francia, Australia e Belgio. Contemporaneamente insegna per due anni alla School of Visual Arts di New York, dal 1969 al 1971.
1969 - Jean Dupuy viene contattato da Jane Livingstone, giornalista e curatrice di mostre, e Maurice Tuchman, curatore del County Museum of Art di Los Angeles, per partecipare al programma A&T (Art & Technology). Avendo per oggetto l'associazione di artisti e industrie, questo progetto sfociò, nel 1971, in una mostra al museo di Los Angeles alla quale parteciparono in particolare R. Rauschenberg, A. Warhol, C. Oldenburg, T. Smith, R. Serra e R. Whitman. Jean Dupuy approfitta dell'opportunità che gli viene offerta di lavorare con la "Cummins Engine Company" - la prima azienda americana di motori diesel - per denunciare l'industria inquinante, la lobby della guerra del Vietnam. Propose alla “Cummins Engine Company” di rendere visibili, in un motore Diesel funzionante, i quattro elementi naturali (Fuoco, Terra, Acqua, Aria). L'opera così intitolata FEWAFUEL raccoglie una sfida meccanica il cui significato politico sfugge, in fase produttiva, al management dell'azienda. Trovandosi a esporre i detriti inquinanti dei propri motori, la “Cummins Engine Company” ha infine costretto il museo a rimuovere, pochi giorni dopo l'inaugurazione, FEWAFUEL dalla mostra. In cambio di questa violazione contrattuale, la società ha donato all'artista quest'opera, ora ripristinata e funzionante, di proprietà dello Stato francese e depositata presso la F.R.A.C. Borgogna
1972 - la mostra 72/72 al Grand Palais di Parigi, presenta tre opere di Jean Dupuy, tra cui Ear, un'opera che permetteva al visitatore, utilizzando un sistema di fibre ottiche, di vedere l'interno delle sue orecchie
1973 - J. Dupuy lascia la galleria I. Sonnabend e organizza, nel suo loft, la sua prima mostra collettiva, intitolata About 405 East 13th street, in reazione alla speculazione sul mercato dell'arte. Prima edizione di un evento notato dalla stampa, che ebbe luogo nei due anni successivi, nel 1974 e nel 1975. Nello stesso anno compose, dalla scritta “American Venus Unique Red” stampata sulla sua matita, “Univers Ardu en Mechanics”. : il suo primo anagramma
1974 - Organizza una serata di spettacoli chiamata Soup & Tart al Kitchen, New York. Invita poi, durante una cena per trecento persone, una quarantina di artisti a eseguire spettacoli non superiori ai due minuti.
Incoraggiato da Olga Adorno, moltiplica i progetti collettivi che avranno luogo alla Judson Church, nelle gallerie J. Yu, 112 Green Street, E. Sragow, Fine Art Building, 3 Mercer Street, al P.S.One, al Whitney Museum e nel suo Grommet Studio, che sarà sede di laboratorio permanente fino al 1980
1976 - Espone all'Akademie der Kunste di Berlino, in occasione della mostra Soho. Da quell'anno stringe amicizia con George Maciunas, che incontra a Soho. J. Dupuy visse nello studio di quest'ultimo quando partì per il Massachusetts nel 1977.
Tra il 1976 e il 1978 invita numerosi artisti a realizzare suite di brevi spettacoli filmati, costituendo una serie di video intitolati: Cantare a cappella con Gigliotti; Propaganda degli artisti I e II e cortometraggi degli artisti con Defess; Pubblicità e Artisti Propaganda III, negli studi del Centre Georges Pompidou, Parigi
1978 - Mostra personale alla Galleria Marian Goodman, New York. Quest'anno è stato segnato dalla scomparsa di tre dei suoi compagni: George Maciunas, Gordon Matta-Clark e André Cadere. Il 16 ottobre di quest'anno, Jean Dupuy organizza, in collaborazione con il Centre Georges Pompidou, Art Performances/Minute nelle sale del Louvre, a Parigi. Nascita di Augustin, figlio di Olga Adorno e Jean Dupuy
1979 - Decide di porre fine all'organizzazione di spettacoli collettivi, per dedicarsi maggiormente alla creazione di oggetti e alla ricerca anagrammatica
1980: Partecipa alla mostra Für augen und ohren all'Akademie der Kunste di Berlino e Ascolto attraverso gli occhi, organizzata all'A.R.C., Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris. Ha poi organizzato le sue ultime performance collettive, Grommets #5 e Art sur Loire con Jacques Halbert
1981-82 - Partecipa alla mostra Soundings al Neuberger Museum, New York. Nel 1981, rispettivamente la Galerie de l'Ancienne Poste, a Calais e la Galerie Jean-Claude Riedel, a Parigi, gli dedicano una mostra personale. Tra il 1981 e il 1982 lavora nuovamente alla galleria J.C. Riedel, realizzando una mostra con Jacques Monory, dal titolo Duo e una seconda mostra monografica l'anno successivo dal titolo L'orologio di Leo.
Nel 1982 partecipa alle principali mostre Fluxus, in particolare al Museo di Wiesbaden, rivendicando un atteggiamento POST FLUX (la morte di George Maciunas nel 1978 rappresenta per Jean Dupuis la fine del creatore e del movimento Fluxus).
1984 - lascia New York, e si stabilisce a Pierrefeu, nell'entroterra nizzardo, dove scrive il suo primo libro di anagrammi: Ypudu, Anagrammiste (a cura di C. Xatrec, 1987). Realizza anche grandi dipinti anagrammatici su tela e oggetti diversi, spesso utilizzando ottiche e motori. Iniziò anche a creare opere composte da sassi e sassolini raccolti durante le sue passeggiate. Partecipa alla mostra Electra, al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris.
Nel 1985 e nel 1987, è stato invitato da René Block a fare una residenza a Berlino nell'ambito del programma di artisti stranieri del DAAD - durante il quale ha partecipato all'evento Musik und sprache, al termine del quale ha pubblicato il libro LEON 1986.
Dal 1988 al 1991 trascorre sei mesi all'anno in residenza a Verona e sulle sponde del Lago di Garda, in Italia, presso il mecenate, collezionista ed editore Francesco Conz che produce, pubblica e vende numerosi pezzi
1990 - Jean Dupuy partecipa alla mostra Pianofortissimo che si svolge alla Fondazione Mudima, Milano, oltre che alla Biennale di Venezia Italia (I)
1993 - partecipa ad Artec'93 presso il City Art Museum di Nagoya, in Giappone e partecipa alla mostra permanente Curios & Mirabilia al Castello di Oiron. Emmanuel Latreille ha proposto, nel 1995 e attraverso la F.R.A.C. Auvergne poi il F.R.A.C. Borgogna, due mostre personali. Il primo, Second View, sarà presentato al Château de Cintrat e il secondo, intitolato "O h! This short tour goes short" sarà presentato al F.R.A.C. Borgogna (F)
1996 - partecipa alla mostra L'informe, al Centre Georges Pompidou Musée National d'Art Moderne, Parigi (F)
1998 - “Non ci perdiamo di vista” al MAMCO di Ginevra (CH)
1999 - “Dupuy chez Conz” F.R.A.C. Borgogna - mostra personale "il tavolo dei saluti" presso la galleria Philippe Pannetier Nîmes (F)
2000 - L'artista si reca regolarmente a Montreal dove lavora con la Clark Residence Space Gallery (CA).
2002 - espone al Museo di Genova, Italia. Mostra personale “Cailloux” alla galleria Philippe Pannetier, a Nîmes.
2003 – Guardando le pietre, alla Galleria Emily Harvey, New York; Analogie, alla Galleria Clark, Montreal, e "Cailloux", alla Galleria Interface, Digione. Partecipa anche a Dust Memories, presso lo Swiss Institute di New York (USA)
2004: Mostra personale “It turns in circles” presso la galleria Philippe Pannetier, a Nîmes. mostre collettive, presentazione di opere della collezione F.R.A.C. Borgogna: Arte da leggere, nel 2004
2005: F.R.A.C. Borgogna Nues & Nu, nel 2005
2006: L'artista partecipa a diverse mostre collettive tra cui: Non andremo a Lipsia! La Galleria dei Multipli, Parigi; Varia Naturalia alla galleria Vasistas, Montpellier, nell'ambito del ciclo di mostre dal titolo Chauffe Marcel organizzato dalla F.R.A.C. Linguadoca-Rossiglione
2007-2008: "Jean Dupuy" al piano terra del MAMAC (Museo d'Arte Moderna e Contemporanea) di Nizza e "Jean Dupuy alla Galleria Semiose, Parigi. Flusso FRAC-Bourgogne Dijon
2008: Giusto in tempo! (l'espressione sottolinea la felicità temporale. Il tempo ritrovato. Saluto del nonno di Jean Dupuis che lo riceveva ogni mattina a tavola con questa espressione) mostra monografica a Villa Arson, Nizza, In quarta marcia, mostra di dipinti degli anni Cinquanta e Sessanta a Villa Tamaris, Seyne Sur Mer; “20/venti l’oeil gourmand” Espace Peiresc
2009: Mostra “L’elefante vola!” Dal 7 febbraio al 25 aprile 2009 Galerie Barnoud Digione
2010: Chez Robert Espace d’art - “In 4a marcia” Galerie Lœvenbruck Parigi.
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