SkunkDog
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SkunkDog

Francia • 1968  152 followers

Biografia

SkunkDog è un artista francese nato a Marsiglia nel 1968. La vita è un po' intelligente e a volte ci vogliono percorsi tortuosi e strani per tracciare un percorso. È sulla stranezza di questo viaggio che è stata costruita la singolarità di Skunkdog. Non è necessario conoscere la vita di un artista per apprezzare o non apprezzare il suo lavoro. Ma qui la storia è importante. Perché quando ascoltiamo il suo capiamo meglio cosa, nella sua pittura, attrae, respinge o sconvolge. Percepiamo l'amore, l'eccesso, la megalomania, la violenza, la generosità, il gesto che non si ferma mai. Dice di essere del quartiere dell'Opera ma "sono nato al castello d'If". Il tono è impostato, benvenuto nel suo mondo migliore. Questo “venditore di pastis” si è dedicato alla pittura da un giorno all'altro dopo 17 anni di lavoro nei bar: “Faccio tutto tardi nella mia vita: musica, pittura. Ascolto, bevo e realizzo cosa posso fare. Ci metto tutta me stessa e ci credo”. Ma in realtà il dipinto è lì fin dall’inizio: “Lo devo a mio padre. Non so cosa dipingesse ma dipingeva meglio di tutti. Quando sono nato lui aveva 16 anni e mezzo e già dipingeva”. Il lavoro nei bar alimenta una routine, una noia sempre più pesante che lo porta a realizzare che “esiste qualcos'altro, la poesia per esempio”. Da questa scoperta germoglia un desiderio e lo sbocciare si rivela una rivelazione: quella di essere diversi, “prima non lo sapevo”. Deve le sue prime emozioni alla musica “Bob Dylan, l'ultimo dei profeti”. Dice di essersi divertito con la musica, poi ammette, con lo sguardo fermo, “la pittura è una cosa seria”. Il suo debutto coincise con la nascita di sua figlia. E questo fornisce un argomento a dir poco sorprendente che rafforza la sua convinzione di pittore: scegliere la pittura, attività che non fa rumore, perché non potrebbe farne. Dopo qualche anno a Parigi approda ad Apt dove vende “vernici come pesci all'asta” Fu Robelin, pittore di Digione, a dargli una possibilità e a proporgli una mostra in un cortile della Provenza. da lì prese forma il suo sogno e seppe che la sua vita sarebbe stata definitivamente dedicata a quest'arte: “Ho inseguito un sogno fin da ragazzino senza sapere di averne uno”. Poi sono arrivate esperienze, mostre, mondi e incontri, tra cui quello con Françoise Siffrein-Blanc, che dopo aver acquistato un suo quadro in un negozio, ha chiesto di incontrare l'artista. Nessuno lo sa ancora, ma da questo incontro nascerà un affetto forte che non si corroderà nel tempo. Su richiesta di Skunkdog, Françoise tiene una mostra a casa sua, poi tutto avviene molto velocemente. In una settimana, ha trovato un altro posto dove esporre e non meno importante: al Greenhouse, un luogo di artisti alternativi nel cuore di Soho a New York. Da allora, gli Skunkdog sognano la Grande Mela abbinata alla città di Marsiglia. La strada non è il suo terreno iniziatico. Ma lui lo sa bene, sa guardarlo per farne il suo laboratorio "per strada, la pittura ha molteplici forme, non è unica: sono i vandali, i tagger, i graffitisti... Marsiglia è una museo a cielo aperto, la strada dà tutto a chi sa guardarla”. Partendo dall’olio, oggi usa di tutto per dipingere quello che definisce “il suo suono figurativo”: linee e colore senza compromessi, tanti colori per dipingere forme, personaggi, la sua città “Dipingo Marsiglia perché la conosco, conosco la mia città, ne sono profondamente immerso. Non c'è bisogno di essere altrove per creare, Marsiglia è molto più creativa di Barcellona, Londra, Berlino o Parigi. Ecco perché per me è fondamentale”. La sua arte si esprime in studio ma è totalmente ispirata alla strada. Il suo incontro con gli artisti dei graffiti della NWS a Marsiglia gli ha aperto le porte ancora di più. È una strada maestra perché è da lei e dai suoi incontri che la sua pittura assume oggi tutto il suo significato. Gli ha permesso di ritornare “alla realtà”: di non prendersi sul serio, di “ritornare ai fondamentali: la pittura deve venire dal coraggio e dall'istinto. Con loro il mio soprannome ha assunto significato e hanno dato vita pienamente a ciò che sono”. Quando parla di questi incontri, il suo sguardo si fa più acuto, il suo tono più incisivo: “Voglio insistere sul fatto che le persone anonime della strada sono dei veri artisti, sono loro che danno vita alla street art e la legittimano; Cerco di esserne testimone”. Evoca i valori di identità, appartenenza, famiglia, sostegno e solidarietà che esistono tra loro.
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