Alva Bernadine

Ad Alva Bernadine piace provocare, turbare, interrogare l'osservatore perché le sue foto sono incidenti visivi. Nel corso delle sue fotografie sviluppò uno stile caratterizzato dal movimento surrealista. Eccentrico? L'artista inglese, classe 1961, lo è sicuramente: "Sono una sottocultura di un solo uomo", ama dire Alva. Non male, uno stile non convenzionale che ricorda quello di Guy Bourdin. Immagini molto "levigate", spesso illuminate con colori molto saturi. Le modelle vengono spesso maltrattate e posano in posizioni provocanti e scomode in ambientazioni oniriche. Surrealismo reinventato, il suo stile è intriso di mistero e provocazione. Sviluppa "messe in scena altamente sofisticate, ma che, in più, suggeriscono una storia, una narrazione". Le mie messe in scena possono essere molto semplici o, in altri momenti, molto più sperimentali. Mi piace giocare con i corpi in ogni caso, distorcerli". Vediamo bellezza, sensualità, eleganza, ma anche sogni, fantasia, sesso, o anche ansia, il rapporto tra dominante e dominato. Ci si turba subito, ci si diverte di fronte alle foto di Alva Bernadine, un uomo dalla fantasia traboccante, fotografo, ma anche grafico, regista, un vero tuttofare. Ha avuto il suo momento di gloria negli anni '90 lavorando per molte riviste di moda; Vogue, GQ, Elle. Potrebbe essere il padre spirituale del fotografo cinese Ren Hang. Alva Bernadine ha vinto il premio Cecil Beaton di Vogue/Sotheby's nel 1987, eletto fotografo erotico dell'anno nel 2002 per il suo libro Bernadinism: How to dominate men, submit women. Sprigiona un fertile "perturbante" (quello di cui parlava Freud, proprio dell'arte) che rende Alva Bernadine uno dei fotografi imprescindibili di questa fine anno. Esposto alla Nue Galerie ma anche al Carrousel du Louvre in occasione di Fotofever.