
Erró
Islanda
Pieter Hugo è un fotografo ritrattista e documentarista sudafricano, noto per aver catturato immagini delle popolazioni emarginate del continente, tra cui i ciechi, gli albini e le vittime dell'AIDS nelle loro bare, tutte portatrici di uno strano e persistente potere. È un fotografo autodidatta, senza un'istruzione formale, primaria perché non c'era spazio dove si potesse ricevere un'istruzione sulla teoria e la storia della fotografia a Cape Town. Dopo aver terminato il liceo, ha iniziato subito a diventare un fotografo praticante, sia che si trattasse di lavori commerciali, editoriali o di fotoreporter. Hugo ha inizialmente lavorato nell'industria cinematografica a Città del Capo, prima di trascorrere due anni in Italia presso Fabrica, un centro di ricerca per artisti.
In quanto fotografo bianco sudafricano, Pieter Hugo è profondamente consapevole dei problemi di rappresentazione che aleggiano attorno al suo lavoro, che fonde documentario, ritrattistica, natura morta e paesaggio. Le questioni legate alla razza e alla tutela culturale permeano ogni aspetto della società sudafricana e l'eredità dell'apartheid getta una lunga ombra. Per lui, la fotografia documentaria è un tipo di esperienza estatica in cui si guardano le immagini e si sperimenta la verità, anche se non è la verità di un contabile. Hugo capisce che una metafora fotografica, un modo di descrivere qualcosa attraverso il riferimento a qualcos'altro, è creata tanto dagli elementi all'interno dell'inquadratura dell'immagine stessa quanto dalla distanza scelta con cura, la cosiddetta zona critica, dall'obiettivo del fotografo al suo soggetto. È all'interno di questa zona che Hugo si muove attraverso le acque fangose dell'impegno politico, della responsabilità documentaristica e del rapporto tra questi e la sua estetica.
Hugo ha viaggiato molto in paesi come Ghana, Nigeria, Ruanda e Liberia, fotografando lungo il percorso membri di gang, lavatassì, vittime dell'AIDS, albini e ciechi. La sua prima grande raccolta fotografica Looking Aside consisteva in una raccolta di ritratti di persone il cui aspetto ci fa distogliere lo sguardo, i suoi soggetti includevano ciechi, persone con albinismo, anziani, la sua famiglia e se stesso. Ogni uomo, donna e bambino posano in uno studio sterile, sotto una luce nitida su uno sfondo bianco. L'uniformità del suo approccio pone l'accento esclusivamente sull'aspetto fisico.
La serie più famosa di Hugo, The Hyena and Other Men, è stata realizzata tra il 2005 e il 2007 e successivamente pubblicata come monografia. La serie raffigura un gruppo di artisti itineranti di Lagos, Nigeria, che usano animali selvatici come parte del loro spettacolo. Hugo ha viaggiato con il gruppo per 2 anni per catturare le immagini degli allevatori di animali e l'intrigante rapporto di amore-odio tra loro e gli animali selvatici. Ci sono momenti in cui gli uomini sono affettuosi verso gli animali selvatici mentre altre volte sono crudeli e violenti. Il lavoro è caratterizzato da una rappresentazione cruda e grafica del soggetto.
Ha anche fotografato paesaggi ruandesi, spazzini in una discarica tossica in Ghana e l'industria cinematografica di Nollywood. Ora rivolge la sua attenzione alla sua patria ancora travagliata, con risultati intriganti e talvolta provocatori. La sua recente serie KIN tratta dell'identificazione e del senso di appartenenza in Sud Africa, che è sempre collegato all'idea di conflitto. Proseguendo ulteriormente la ricerca in questa direzione, nel 2016 ha creato la serie 1994, composta da ritratti di bambini nati dopo il 1994 in Sud Africa e Ruanda che vivono in un'era post-rivoluzionaria perché nel 1994 si sono verificati gravi eventi storici in entrambi i paesi.
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