Nelle opere esposte Stefano Galli interviene sui paesaggi, dipingendo successivamente elementi che talvolta contrastano e talvolta completano lo sfondo rappresentato. Nella serie dei temporali compaiono tratti che spingono grottescamente all'estremo la scena raffigurata ma che, allo stesso tempo, contribuiscono a creare una precisa armonia: l'aspetto sublime prevale su quello caotico e tragico dell'alluvione o di un ipotetico naufragio, la forza della natura nel suo aspetto primordiale e incontrollabile e la leggerezza di poche grandi gocce d'acqua azzurra sul paesaggio scuro. Un intervento più contrastante nel mondo fantastico è il segno distintivo della serie Jungles.
Le foreste sono abitate da giganteschi insetti, a volte riconoscibili, appartenenti ad altre epoche appartenenti all'immaginario e dipinti dall'artista con l'uso di colori improbabili. Si muovono in questo contesto come se fossero gli esseri che da sempre popolano l'ecosistema: sono guardiani, custodi oppure invadono un altro habitat, come in uno scenario apocalittico derivato dal riscaldamento globale. In altri lavori ci sono arcobaleni che salgono nel cielo dopo il temporale o un UFO evidenziato da frecce come in un articolo giornalistico di fantascienza. L'artista riesce così nell'arduo compito di portare una ventata di freschezza alla pittura, il mezzo espressivo più antico e utilizzato, ritagliandosi una propria nicchia stilistica. Lo fa utilizzando strumenti ormai di uso comune come il fotoritocco, che può essere effettuato da chiunque con il proprio smartphone o PC, sfruttando così un elemento contemporaneo alla portata di tutti e che non necessita certo di una preparazione tecnica per essere riprodotto.
Questa contaminazione tra tradizione e contemporaneità ci porta ad altre riflessioni sulla verità e falsità della rappresentazione, sulla modificabilità di ciò che vediamo o assistiamo. La bravura dell'artista sta nel realizzare uno scenario probabilmente vero per noi, che in realtà difficilmente si realizzerà, facendoci capire che ciò a cui stiamo assistendo ha un significato. Ciò che sorprende nei dipinti di Stefano è come in tutta la tela convivano elementi totalmente contrastanti tra loro sia a livello tecnico (cioè di produzione pittorica) che a livello concettuale. La forza di questo contrasto dà vita ad un tutto complementare, vale a dire un tutto composto da elementi in contrasto tra loro ma che non possono esistere separatamente.
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