“Sono cresciuta con la sciarpa come ornamento, simbolo di bellezza e femminilità…”
Affrontando il suo nuovo progetto #100 sciarpe, la pittrice Carole Onambélé Kvasnevski riecheggia i suoi ricordi d'infanzia e in quanto donna riferisce la sua percezione dell'oggetto, la sua estetica al mondo attuale e alla trasformazione della parola sciarpa che certi movimenti tentano di rifondare nella mente popolare. Solleva il velo sul tentativo di dirottare questa parola evidenziando queste donne anonime al centro del dipinto con vividezza e colore. La loro sciarpa diventa uno standard, un simbolo ostentato di libertà.
Nel 2015 ha presentato questa esperienza per la prima volta all'UNESCO con le serie da #001 a #004.
Con questa mostra presenterà più di quindici dei 100 foulard.
Carole Onambélé Kvasnevski gioca con la ritrattistica facendo scomparire dai volti ogni forma di espressione. Proponendo di cancellare i 4 sensi rappresentativi dell'essere umano e conservando solo la carne, l'artista ancora ancora i suoi personaggi femminili a una forma di realtà. Proietta così lo spettatore nella sua stessa rappresentazione. In questo vuoto apparente, l’artista conferisce ai suoi “volti” una strana universalità e un totale anonimato, rafforzando l’idea del progetto di creare 100 ritratti, un’unità nell’individualismo. Anonimi sono anche i numerosi omicidi attuali commessi contro le donne in Africa, l'artista ricorda attraverso le linee nere delle sagome quelle realizzate sulle vittime sulle scene del crimine. In assenza di un punto di riferimento, l'oggetto, la sciarpa, diventa un prolungamento dell'essere, inscindibili l'uno dall'altro, attraverso i suoi colori e la sua illuminazione, simboleggia la gioia, la speranza e la vita al di là di ogni sofferenza.
L'uso della foglia d'oro riecheggia le icone bizantine, richiama lo stato di grazia della donna, il suo ruolo essenziale, il suo riferimento e il suo modello di costruzione nel cuore dell'artista riferendosi all'educazione fornitale dalla zia che l'ha cresciuta.
La cornice baguette come una teca dorata chiude lo spazio e sottolinea che la donna è al centro del dipinto, di conseguenza al centro dell'Africa. Attraverso una sottile corrispondenza, la cornice del quadro in vero tessuto rimanda al foulard dipinto all'interno del dipinto. L'artista sottolinea che al di fuori dell'opera delimitata dai bastoncini, tra il dipinto, il mondo immaginato, e lo spettatore, il mondo reale, il passaggio attraverso il tessuto, il materiale stampato, è ottenuto mediante un processo meccanico e intellettuale; a differenza del lavoro artistico manuale che è soprattutto emotivo.
Queste opere sono accompagnate dalla tela centrale “Giovane ragazza” realizzata nel 2011 che simboleggia la gioventù africana, la loro forza, le loro speranze ma anche i loro dubbi.
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