Bruno Schiepan è un artista francese nato nel 1959 a Lione, attualmente vive e lavora a Parigi. Conosciuto per i suoi interventi sulla celebre linea “Tulipano” di Saarinen pubblicata da Knoll, Bruno Schiepan costruisce un universo singolare in cui ogni pezzo è parte di un tutto più grande. La serie qui presentata occupa un posto speciale nel suo lavoro; un solo soggetto sembra ossessionarlo: la rappresentazione umana, ma si tratta di un uomo improbabile, come un motivo che dovremmo oltrepassare per lasciarci assorbire dalle composizioni e dai colori. Fin dalle prime opere Bruno utilizza lo stesso vocabolario: non è lasciato spazio alla vertigine del vuoto; la superficie è tagliata come pezzi di un puzzle i cui colori assorbono giudiziosamente gli urti. Nessuna materia turba la superficie dell'olio, le cui false superfici nascondono profondità ingannevoli. Se la sua tavolozza è più o meno vivace o chiara, il disegno è un supporto di cui Bruno Schiepan sente ancora il bisogno. La sobrietà del suo linguaggio visivo, il carattere reiterativo delle sue composizioni tendono verso un'astrazione che svilupperà in altre serie. Qui la figura è come un primo grado, un significato evidentemente necessario. Tuttavia, le sue forme ci portano oltre le storie che ci mostra. I suoi personaggi congelati in un'attesa senza oggetto ci raccontano qualcosa del nostro tempo. Similmente ai cloni che ci vengono promessi, tutto in loro tende alla vana ricerca di un mondo perfetto.
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