Fabrizio Savi

Fabrizio Savi (1973), vive a San Severino Marche, dove ha sede il suo studio laboratorio privato. Inizia giovanissimo a dedicarsi alla scultura, affrontando temi di denuncia sociale. Saranno gli anni dell'Accademia di Belle Arti di Macerata, in cui approfondirà la scultura e dove si confronterà con i nuovi linguaggi della computer art e con il nuovo alfabeto legato agli albori della tecnologia.

Nel 1986 parteciperà alla quarta rassegna del Festival d'Arte Elettronica di Camerino con l'opera interattiva Halley, in quegli anni la più importante e completa rassegna di arti elettroniche in Europa. Sperimenta il design, altra sua passione, ottenendo notevoli risultati e depositando due brevetti, proseguendo in una nuova serie di sculture parallele. Negli anni 2000 progetta i gruppi scultorei chiamati Vanishing Lights sotto i riflettori sono realizzati in diverse dimensioni e materiali, una vera immersione e approfondimento del concetto teatrale. L'anno successivo progetta un sistema multimediale in cui interagiscono suoni, musica, luci e design.

Attualmente prosegue la ricerca iniziata negli anni '80, in cui univa suoni, musica e arte digitale, e negli ultimi anni ha prodotto sculture di design accompagnate da supporti luminosi.