Nato nel 1937 a Filadelfia, Marc Morrel è un artista autodidatta. Vive e lavora nei Paesi Bassi. Quando si trasferisce a New York negli anni '60, incontra la scena artistica che lo introduce a diverse forme di espressione artistica. È stato uno dei primi a usare l'acrilico. Praticando anche la scultura, realizzò opere ricoperte di tele dipinte che assunsero un'aria rivoluzionaria e di protesta con l'inizio della guerra in Vietnam. Alla ricerca di simboli forti che potessero sfidare la società americana, si impadronì della bandiera nazionale. “Star-Spangled Banner” diventa quindi la sua tela di riferimento alla quale aggiunge ogni tipo di messaggio politico, come la sua granata su un cuscino con i colori della bandiera. Le opere esposte durante la sua mostra del 1966 alla galleria di Stephen Radich provocarono forti critiche e portarono l'artista in tribunale. Dopo otto anni di procedimento, la Corte Suprema ha stabilito che la libertà di espressione ha la precedenza sul rispetto del simbolo nazionale. Ma di fronte alle minacce di morte, Marc Morrel lascia gli Stati Uniti per stabilirsi a Parigi e poi a Londra. Ma queste opere vengono bandite anche lì, spingendolo fino ai Paesi Bassi. Il suo incontro con un credente tibetano gli apre la strada ad una nuova spiritualità che associa alla sua arte. Si è poi recato in India per scoprire questa religione ancestrale, che integra la meditazione e la comunicazione tra gli uomini e gli spiriti della natura. Negli anni '90 si è ispirato alla cultura Cochiti del New Mexico per creare dipinti. Grazie ai filmati realizzati durante la realizzazione dei suoi quadri, mette insieme un resoconto sulla genesi e sui 3 mesi di realizzazione delle sue opere. È considerato l'inventore del film autobiografico. La luce è sempre stata un elemento centrale nel lavoro dell'artista, sia nel suo utilizzo durante la produzione dei film ma anche nella sua rappresentazione. Quindi l'artista si riconnette con i suoi sogni d'infanzia di ampi spazi aperti e astronomia e li porta in vita nella sua arte. Nel 2010-2011 il suo lavoro di protesta è stato messo in risalto dal Kunstverein di Amburgo e dal Neuer Berliner Kunstverein durante la mostra "Libertà di parola".
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