Prima mostra del giovane artista lionese di origine brasiliana Antoine Néron-Bancel alla Galerie Claire Corcia.
Nato nel 1985 a San Paolo (Brasile), Antoine Néron-Bancel è un giovane artista di Lione. Dopo gli studi letterari, consegue un primo diploma alla Beaux-Arts di Nîmes (un'esperienza meridionale che vede diverse mostre dedicate ai suoi disegni) e un altro con lode all'Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi. Iniziò il suo apprendistato con il disegno classico e l'incisione. Sentendo subito il bisogno di specializzarsi, si è rivolto al bianco e nero, che utilizza instancabilmente sia nei suoi dipinti che nei suoi film d'animazione (molti dei suoi film sono stati selezionati in diversi festival). Il suo disegno preciso, la sua poetica dell'immagine, scolpisce un mondo onirico ispirato ai costumi dei nostri contemporanei.
"Antoine Néron-Bancel è originariamente un artista in bianco e nero, come simboleggiato dalla scacchiera, motivo onnipresente nei suoi disegni a china. Attraverso la meticolosità e la precisione delle sue linee, ci immerge in un'atmosfera lunare, dove la profusione urbana, fatto di aggrovigliate strutture di pietra (scale, archi, tratti di muro) soggette all'impero dei trasporti (automobili, biciclette, elicotteri), contrasta nettamente con la limpidezza di un cielo ostinatamente vergine. Il risultato è un'impressione sorprendente della vanità della verticalità : le torri crollano e le scale crollano nel vuoto.
Tutto sembra pendere dalla nostalgia della perfezione sopralunare, definitivamente perduta per l’uomo moderno, e che a sua volta fa della terra una “stella errante” come diceva Heidegger. Di qui l'inevitabilità della corruzione del sublunare, incarnata nei suoi dipinti dall'erosione del minerale, privato della sua forza di conservazione, che contamina anche le forme umane: queste presentano irregolarità, crepe, che le condannano a rimanere incompiute, frammentarie.
Come nei suoi cortometraggi animati, i volti scompaiono e gli uomini vengono letteralmente inglobati nella città. Tutto ciò che rimane sono arti sparsi, mani che cercano di toccare e gambe che cercano di camminare. Questo perché, in assenza di significato trascendente, l'unica possibilità risiede nell'attività, nella proiezione terrestre.
Ciò evidenzia l’uso più recente del colore da parte dell’artista. I colori, spesso accesi - rosso, blu e giallo a pennarello o posca - si insinuano negli interstizi tra gli elementi minerali, sia strutture pietrose che membra umane che generalmente rimangono immacolate. Il contrasto è solo accentuato dalla china che resta sullo sfondo, mentre nessuno spazio libero, cielo o abisso, sfugge all'abbondanza delle forme aggrovigliate. Il meticoloso formicolio che emerge ci permette di contemplare la natura onirica di un artista decisamente moderno."
- Virgilio Chanel
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