Scoprite i cartoni dipinti, scolpiti e luminosi, di Jacques Rouby (1953-2019). Jacques Rouby, l'estetica del mistero
"Sognatore sperimentale, appassionato di avventure grafiche e deliberatamente marginale, Jacques Rouby si immerge nelle profondità dell'ispirazione fluttuante e dell'intuizione incontrollata. La casualità parla, e gli incidenti sono benvenuti. In un'intervista, Jacques Rouby parla dell'intervento del caso, che è il mio padrone (sic). Altrove, afferma: qualcosa appare e posso intervenire, ma non sempre... Non calcolo." Finemente colorati, i suoi cartoni scolpiti sono sfregiati, punteggiati di graffi, graffiati, raschiati, scarificati e crivellati di graffette... Crateri, lava, erosione, sedimentazione a chiazze: lo sguardo è proiettato su topografie insolite, che suggeriscono vedute aeree di pianeti sconosciuti, sbalzi extraterrestri o terre vergini frutto di esplorazioni sottomarine. L'immaginazione è invitata a un totale cambiamento di scenario...
Pensiamo alle texturologie di Dubuffet, ai suoi inventari di materialologie, agli spazi non inventariati, ignorati dalle mappe, vicini di casa dell'infinito turbolento di Henri Michaux o al suo viaggio verso la Grande Garabagne. Rouby vive come Michaux, in un paese immaginario che ha anche il piacere di creare quasi inconsapevolmente. "Vivo la mia arte come un viaggio", ha dichiarato in un'intervista.
"Fare e disfare" insegna la filosofia Zen. Jacques Rouby ha prodotto migliaia di disegni, ammucchiati nel suo studio e due volte vittime di inondazioni improvvise. Questo disastro è accolto con una sorprendente filosofia dall'artista, che considera la seconda fase della sua opera come la distruzione. Questa nozione va intesa nel senso in cui Leonardo da Vinci incoraggiava le persone a trarre ispirazione dalle macchie su un vecchio muro danneggiato dal tempo. "Per una persona appassionatamente innamorata dell'incognito, l'arte è sempre lì dove meno te l'aspetti." "No", scrisse Jean Dubuffet. Rouby è un artista dell'infinitesimale, un infinitesimale ricco di vita brulicante. Un approccio che si rifà a un'estetica del mistero e al concetto di apparizione che scompare, inventato da Jankélévitch. Da qui la dichiarata fascinazione di Jacques Rouby per il personaggio spettrale di Ofelia o per la figura di Verlaine, poeta fiammeggiante, al termine della sua vita crepuscolare.
Xavier Bureau, 2025
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