L'insieme delle opere è collegato tra loro non come una successione di opere indipendenti ma nel suo insieme, uno scorrimento progressivo da un'opera all'altra, da una serie all'altra. Mi sono sempre interrogato sulle tracce lasciate dall'uomo nel suo ambiente, su cosa dice di noi la città che diamo forma.
Incollando e strappando d'istinto, ogni gesto conta perché è irrecuperabile, un collage implica il supporto, se lo strappo dopo rimane la traccia, non c'è mai una pagina bianca; come nella vita impariamo a convivere con le nostre cicatrici. Il dipinto deve adattarsi ai materiali che lo colpiscono come colpi. Il plexiglass è uno schermo, nella nostra vita sullo schermo prima guardiamo l'immagine sul plexiglass, senza preoccuparci dello sfondo, della materia del significato, dobbiamo fare uno sforzo per vedere oltre lo schermo ciò che ci viene detto, poi basta fare un passo indietro davanti al dipinto e comprendere che anche il nostro riflesso è il dipinto.
L'artista deve mettersi in tensione, in questo periodo di lockdown, confrontandoci con noi stessi, ognuno percepisce un pezzo della vita dell'artista, che volontariamente si isola dal mondo che in genere tanto osserva, per trarne una sorta di succo".
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