Tieni la testa nel sacco (tener la cabeza en la bolsa).
È una metafora emotiva, che Lola Martinez esplora attraverso i suoi dipinti e le sue illustrazioni.
Il suo gioco inizia con questa dizione francese che diventa il filo conduttore della mostra. Incontreremo rappresentazioni non gerarchiche, non ci imbatteremo in nulla che non abbia un aspetto reale.
Il contorno compie deviazioni decise e decise, i colori sono per lo più primari, l'equilibrio sta nei loro contrasti. Occorre quindi la prima chiave del gioco: questo conflitto è “nella testa”. Le illustrazioni trasmettono la visione solitaria della propria esistenza, che scorre con cadenza meditativa, come in uno stato di immolazione.
Radici, cellule o vegetali si intersecano in un immaginario astratto, luogo dove si sviluppa il linguaggio. Questi schizzi congelano la fragilità di una composizione poetica, il dipinto ci svela il tempo, il nostro, il mio, ciò che ci accade.
A queste composizioni si aggiunge un carico psicologico, cioè “nella borsa”. È una sfida sorprendente interpretare, frontalmente da protagonista (di cui siamo spettatori) una ricostruzione, quella del racconto della propria partenza attraverso gli elementi sparsi di una partenza già interpretata, e molto probabilmente perduta, dall'artista. lui stesso.
Questo è il gioco.
E al punto in cui il pittore cerca la libertà di movimento per materializzare questa cosa rara che accade sotto il pennello e trovare il nostro sguardo.
Un pennello potrebbe essere l’immagine del sistema di controllo che domina la società dei consumi. E se le forme dipinte, oltre ad essere espressione della situazione umana, fossero anche libere?
GRATUITO.
Questo piccolo viaggio concettuale si conclude con una domanda retorica. Possiamo essere liberi? Questa non è una domanda, ma un invito.
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