La mostra “Smiling Predictor” presenta una serie unica di dipinti acrilici su carta e tela in tutti i formati di questo giovane artista iraniano di 34 anni. Un inno all'energia vitale e alla voglia di vivere. Una testimonianza anche della cultura di cui è custode attraverso le donne del suo lignaggio; la sua bis, bisnonna faceva parte della loggia massonica del Risveglio 100 anni fa in Iran e ha trasmesso la sua conoscenza del sufismo e del misticismo alle sue figlie, di generazione in generazione fino ad oggi. È quindi il primo uomo della famiglia a possedere questa conoscenza e a rivelarla implicitamente nel cuore della sua pittura. Ci permette di scoprirli durante questa mostra.
Le opere di Mohammad Ariyaei sono incandescenti. Al centro di una figurazione disinibita, divertente e folle, si trova al crocevia tra Oriente, Africa e Occidente. Mescola poesia e letteratura persiana, così come esseri umani, djin e animali, e convoca personalmente filosofi e poeti persiani come Saadi, Roudaki, Ferdowsi, Khaghani, Hafez e il mistico Shams allo stesso tavolo, al di là del tempo e dello spazio. come a voler conciliare lo spirito della creazione e ricevere sostegno e consiglio dai suoi illustri predecessori.
La superficie dell'opera è ritmata, satura di segni e ribollente di rimandi tra culture e arti visive, poetiche, letterarie e musicali. La composizione verticale di alcune opere ricorda le stampe giapponesi e in particolare il teatro giapponese popolato da personaggi divertenti, scandalosi e tragici. Mohammad Ariyaei ci regala un'arte fragorosa e frenetica sia nella grafica che mescola testo e immagine, sia nel colore energico, intenso, fresco e luminoso. L'emozione, infatti, nasce dal colore puro, cantando attraverso i rossi, i blu, i gialli e gli arancioni applicati con libertà e disinvoltura. La libertà del gesto si percepisce nei lineamenti morbidi e sciolti e nei capelli selvaggi dei personaggi. Scritte arabe volano ovunque e contribuiscono alla composizione grafica complessiva sovralimentata. L'opera di Mohammad Ariyaei è una partitura vivente composta da una farandola di colori esuberanti, forme e segni abilmente orchestrati. L'opera è organicamente viva, rumorosa, come illuminata dall'interno dal colore.
Quest'arte estroversa presenta un caos potentemente controllato, sull'orlo dell'esplosione, proprio come il suo creatore, un essere allo stesso tempo gioviale, lucido e serio riguardo alla storia del suo paese. Come un grido di sopravvivenza, descrive i drammi e i voli lirici della storia umana, i suoi desideri, le sue domande, i suoi vagabondaggi, la sua assurdità e la sua impotenza come osservatore dei suoi contemporanei. Questa feroce osservazione è tuttavia venata di risate e leggerezza per invitare meglio lo spettatore a ripensare il mondo e a guardare con distacco l'amore, il desiderio, il tradimento, la guerra e l'ingiustizia degli uomini.
“Qui, le cerimonie barbare e selvagge della Nuova Guinea assumono l’aria di un carnevale di Rio.
Qui la vitalità esplode e i colori danzano la giga fragorosa.
Un pandemonio di maschere africane, disegni di bambini e colori fluorescenti invade gli sfondi meticolosamente intrecciati in traboccamenti vulcanici.
Sembrerebbe che all'interno di un asilo nido, diversi maghi pennuti allegri si siano uniti per ricoprire la tela o la carta con figure totemiche punteggiate dai graffiti più inventivi e inaspettati, in una frenesia creativa così ribollente come l'anarchia che la minaccia si riprende, suo malgrado. , una parvenza di equilibrio.
La grafica esegue una danza avvolgente e virtuosa che spazia dall'esercizio più sapientemente accademico all'espressionismo lirico più esuberante e dionisiaco.
È fiammeggiante, parossistico e tremendamente gioioso.
Dovremmo riscontrare qui qualche influenza dello spirito “art brut”, ormai diffuso in tutto il mondo?
Forse, ma del resto è innegabile che il temperamento personale di Mohammad ARIYAEI vince tutto e non deve nulla a nessuno. »
Xavier Bureau, novembre 2021
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